In questa stagione, il cortile di una vecchia scuola milanese si apre una domenica mattina per ospitare bambini e genitori all’arrivo della marcia per le vie del quartiere.
Anni fa c’erano due bambini, fra i tanti, che non si conoscevano, con classi e amici diversi, ma che percorrevano, trascinati dal gruppo, quelle stesse strade e poi giungevano in quel grande cortile, stanchi e soddisfatti, un po’ smarriti nella folla.
Poi quei due bambini, da ragazzi, si sono incontrati e, in altri cortili, hanno imparato a volersi bene ed hanno fatto progetti, in quell’età in cui di certi ricordi si ha pudore e in cui si pensa che la libertà debba portare lontano dai luoghi e dalle emozioni dell’infanzia.
Invece ieri quei due si sono ritrovati a fare proprio quella stessa marcia: Lui a correre con i loro due bambini più grandi, Lei a seguire un po’ in disparte, con la Piccolina sul passeggino, a ripercorrere quelle strade ormai note e a rientrare poi in quel cortile assolato, cercando subito Lui con lo sguardo, per leggergli negli occhi le sue stesse emozioni, per sentirlo raccontare orgoglioso che il loro Bimbo Grande è stato velocissimo e che il loro Bimbo Grandicello è riuscito a tenere il ritmo del gruppo degli amici del fratello senza mai mollare, per stare insieme a guardare i loro tre cuccioli giocare sotto i vecchi ippocastani di quel cortile che, adesso che si sono trovati, sembra loro molto meno grande.
Sabato al Mam si parlava della mancanza di un blog di famiglia. ma la vostra idea mi piace ancora di più: raccontare da due punti di vista: BRAVI! E io mi sono emozionata con il tuo racconto.
che dire … siete una famiglia me-ra-vi-glio-sa!!!
sono andata a sbirciare il blog della tua dolce metà e non posso che definirvi così …
continuate così, a ripercorrere strade familiari, a scrivere ai vostri figli le vostre, le loro emozioni
paola
Ma è tutto vero?? Sembrate davvero perfetti… Ma sono solo io che ho una questione al giorno da discutere in famiglie e 9 su 10 il punto di vista è totalmente differente?!
Renata: a dire il vero, non è che avessimo un progetto…
E’ successo che mi sia avventurata in questa storia del blog, di cui all’inizio avevo anche un po’ di pudore, e che poi Papà in 3D, oltre ad appoggiarmi, abbia avuto voglia di provare a sua volta.
Non so quanto spesso capiterà che scriviamo delle stesse cose, però sarà possibile. E ci faceva un po’ ridere far finta di non conoscerci.
PaolaFrancy: grazie :-)))
Mamma che fatica: veri sì, ma nooo… perfetti nooo!
Questo post trasuda tenerezza. La tenerezza dei ricordi e la tenerezza dell’oggi.
Ciao mamma 3D,
grazie mille di aver commentato sul mio blog, così ti ho scoperto! Mi piacete già e ho letto pochissimo!
Emoziona sempre ritornare ai luoghi della propria infanzia, quando la vita si dilatava in giorni eterni e luoghi enormi…
Ciao ciao
Angela C.
che bello leggere i vostri sguardi…
e poi la tua riflessione sulla libertà mi ha molto toccato… quando pensi che essere liberi significhi allontanarsi dai luoghi e le emozioni dell’infanzia…
già.. magari invece la libertà è proprio riuscire a ritrovarcisi, magari riuscendo a riassaporarne l’atmosfera…
Sheireh: grazie di questo tuo primo commento. Torna a trovarmi.
Angela C2: anche per me oggi è stato un piacere capitare nel tuo blog, che ho già aggiunto nei miei link!
Caia Coconi: credo che siano tanti e diversi i percorsi che possono portare a sentirsi liberi… e da ragazzi si è giustamente pieni di domande e aspettative…
Poi magari si scopre che anche ricalcare le strade conosciute tenendo per mano i propri figli può essere così semplicemente speciale.