Sono reclusa con la Piccolina ammalata. Domenica mattina mi sono presa un’ora d’aria di shopping ozioso in un grande magazzino, cercando di sfruttare dei diabolici buoni sconto emessi un mese fa allo scopo di fidelizzarmi (ossia convincermi a tornare per successivi acquisti di dubbia necessità).
Aggirandomi nei reparti dell’abbigliamento donna e di intimo, mi è capitato di imbattermi in almeno tre coppie composte da una madre e una figlia adolescente e di assistere agli stessi sofferti dialoghi.
La madre, con lo sguardo che corre affannoso fra gli espositori e poi si posa su uno qualsiasi dei capi esposti, con l’aria scoraggiata di chi già ci ha provato innumerevoli volte: “Guarda questo: è bello. Secondo me ti starebbe bene. Ti piace? Dai, almeno provalo…”
La figlia, con una faccia da mal di pancia e sopportazione al limite: “Questo?! Ma sei pazza?! Mi fa schifo…” e di molto peggio, per espressioni e toni.
Niente di nuovo, né di strano. Ma ho provato un fortissimo disagio.
Il disagio di chi si sente a metà strada, di chi comprende entrambe ma non sarebbe considerata vicina da nessuna delle due e così distoglie lo sguardo per non aggiungere imbarazzo alla fatica di quella comunicazione interrotta.
Sento la sofferenza spazientita di quella madre che non capisce come mai quella bella ragazza che si fa donna non riesca a trovar nulla di bello, di piacevole da vedersi addosso e soprattutto perché non riesca a dire cosa vorrebbe, che cosa ci sia che non va.
Però ricordo ancora quella nettissima sensazione che niente vada bene, che quel corpo che non si è ancora capito come debba diventare non sia adatto a nulla, che ogni cosa debba passare al vaglio spietato dei commenti del branco di amici, e che questo inesprimibile disagio quasi fisico non possa essere compreso neanche e soprattutto da chi ti ama di più.
E così mi rivedo, anche se non nei modi e nell’aggressività, in quella ragazzina acerba che aspetta di conoscersi e accettarsi, ma sento mio anche lo smarrimento di una madre che non trova più la strada per avvicinarsi a sua figlia.
Lo so che è normale così. Lo so che poi passa. Lo so che potrò cercare di fare del mio meglio.
Però adesso sono qui seduta, con la mia Piccolina spalmata addosso come un koala, che non chiede altro che “coccoe” come consolazione e rassicurazione, la stringo e mi immergo nel suo profumo, coi riccioli che mi solleticano il naso.
E vorrei che fra noi potesse essere così semplice il più a lungo possibile.
Questo post partecipa al blogstorming.
Non è sempre così per fortuna, ho una amica che oltre ad avere una bimba piccola che può ancora coccolare e accudire, ha anche una figlia adolescente che sta attraversando la fase che tu tanto bene descrivi. Il periodo lo ricordo anch’io non è dei migliori ( a volte guardo basita chi afferma di voler rivivere i quindici anni), ma si può vivere anche in modo diverso. La mia amica e la figlia hanno un rapporto molto complice, un rapporto costruito negli anni con rispetto e fiducia reciproca. Ecco io mi auguro che quando, tra tanti tanti tantissimi anni, non vorranno più essere coccolati come ora… ecco mi auguro di essere riuscita a costruire un rapporto vero con loro. Spero almeno.
Capisco il tuo “non saper da che parte stare”. Pensa che io mi sento così di fronte a Radiolina!!! Però sono fortunata, ho trovato l’espediente: se la porto a fare spese con me, non trova niente, se invece arrivo a casa io con i vestiti già comprati, le va sempre bene tutto!!! L’unico problema rimangono le scarpe, visto il n° 39 nel reparto ragazzi trova ben poco e quindi siamo obbligate ad andare nelle sezioni adulti… che spesso non contengono molta scelta… quindi d’estate spesso converse e varie, almeno d’inverno possiamo contare su bellissimi stivali “giovani” che al limite se costano un po’ di più non importa perchè quando le cresce il piede li posso mettere io!!!
contestazione dovrebbe fare rima con adolescenza, eppure vedi che alcune mamme ce la fanno a “non perdere il contatto” e a disinnescare i contrasti, rispettandosi reciprocamente.
speriamo sia il caso nostro.
Un bacio alla tua Piccolina, nel suo bisogno di coccole mi ricorda tanto il mio Piccolo.
ciao, un abbraccio!
E’ proprio così, sui vestiti secondo me è meglio lasciar fare a loro. Io ho 3 maschi, non femmine, e una volta compravo loro i vestiti e tutto andava bene. Ora, sarà che hanno bisogno di trovare una loro identità, sarà che vogliono essere simili al gruppo, i vestiti se li vanno a comprare da soli, unico limite il tetto di spesa e una certa decenza. Mi fanno sorridere e tenerezza quando se ne escono con i jeans da cui sbordano le mutande, ma poi mi ricordo le gonne che mettevo io e il freddo che pativo per la mini e penso: poi passerà. Goditi tua figlia ma è bello anche dopo, bello vederli crescere e diventare adulti, anche se a volte un po’ di nostalgia …
Mariacristina
molto toccante, Mamma in3d. La pulce ha solo 8 mesi e mi chiedo ogni giorno se riuscirò a costruire con lei una storia di rispetto o se dovremo inserirci in quella catena di amore-odio … spero che il mio lato maschile abbia il sopravvento e che ci si possa aiutare sempre, senza darsi addosso … che stretta al cuore!
un buona guarigione per la Piccolina 🙂
silvietta
Credo che sia giusto fare una precisazione: non ho mai vissuto una vera e propria ribellione ed ho sempre avuto un buon rapporto con la mia mamma, che non mi sono mai nemmeno sognata di trattare in un certo modo… però, nonostante continuassi a comprare i vestiti insieme a lei e addirittura spesso usassi i suoi da ragazza per andare alle feste, so bene quanto talvolta percepisse le mie difficoltà di crescita e leggevo nei suoi occhi la sofferenza per non potermi raggiungere e rassicurare come avrebbe voluto. E ora, mamma a mia volta, la comprendo ancora meglio.
Renata: anch’io mi auguro che tutte le coccole di oggi possano lasciare il segno per una bella vicinanza domani. Ma so che dovrò essere capace di accettare i cambiamenti.
Mammaemigrata: speravo in un tuo intervento esperto e incoraggiante. Grazie 🙂
Soleil: è proprio il contatto che spero di non perdere mai…
Un abbraccio a te e al tuo Piccolo.
Mariacristina: è vero, il freddo per la minigonna e quel giaccone che portavo sempre aperto, anche in pieno inverno… ma come facevamo?!
Grazie per l’iniezione di ottimismo 🙂
Silvietta: ahia… non so quanto di maschile riuscirò a trovare in me… Spero però di conservare la memoria di quello che significa attraversare quell’età per riuscire non alzare un muro. Grazie e bentornata!
Il mio Musetto ha quasi sette mesi e quando mi rendo conto che il tempo sta letteralmente volando vengo colta da una sensazione di smarrimento. Una parte di me vorrebbe infatti che il mio cucciolo rimanesse tale. Adeguarsi agli inevitabili cambiamenti che la crescita impone probabilmente verrà spontaneo, ma sono certa che quando li vedremo adolescenti, ossia proiettati verso la separazione dal nido, non potremo fare a meno di ripensare con nostalgia a quei momenti tenerissimi quando potevamo soffocarli di baci o farli ridere a crepapelle con un solo sguardo buffo.
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Ma chissà, magari scatterà una sintonia speciale e amerete fare le cose insieme pur rimanendo tu mamma e lei figlia e magari la sintonia sarà su altro e non sui “belletti”. Credo che proprio il sentimento che ti lega a tua madre oggi ti guiderà a dare alla tua ragazza la mano nel modo giusto.
oh santo cielo.
è la mia ansia maggiore, nel sapere che mia figlia sarà presto (!?) adolescente. No, no, e no: non voglio. Anche io quando pensao a queste cose, quando le rivivo dentro di me, me la stringo forte e mi godo la sua infanzia innocente.
bah…
io da ragazzina non sono stata così… mia sorella sì, eppure la madre era la stessa.
chissà.nel frattempo ti ripeto una frase che ultimamente mi rivolgono almeno 10 vv al giorno. goditi questi momenti, che poi…
Io adoravo mia madre e non ero una ribelle, ma andare a comprare i vestiti era una tortura. Ricordo benissimo quelle sensazioni di vedersi inadatta, quel volere qualcosa che ancora non sai, quel sentirsi dentro a un corpo che non è tuo e che vorresti diverso. Certo non giustifico l’aggressività e la maleducazione delle figlie, ma quanto capisco la sofferenza che si prova. Un giorno in un negozio ho visto una ragazza con la madre che dopo l’ennesima prova si è messa a piangere. La madre inveiva e la commessa non capiva, ame sono scesi i lacrimoni e ho sperato che quella ragazza potesse crescere di qualche anno per capire che tutto passa.
Se la mia puledrina non cambia, sarà un osso duro durante l’adolescenza perchè mi assomiglia molto e chi si assomiglia di solito fa scintille! La mia speranza è di non dimenticare mai ciò che io ho provato per poterle andare incontro e aiutarla.
Mamma si diventa: anch’io mi sento dibattuta fra la soddisfazione del vederli crescere e la nostalgia per quel contatto totale e istintivo che si trasforma in un rapporto da costruire.
Mamma Cattiva: chissà? infatti, per un rapporto come quello che ho io con la mia mamma farei la firma…
Comunque, quello dello shopping era solo uno spunto: penso che, nell’adolescenza, il disagio col proprio corpo sia la punta dell’iceberg di una crisi personale che spesso coinvolge anche il rapporto con la famiglia. Mi auguro anch’io che la sintonia possa basarsi su altro!
Lisa2007: è che i nostri figli li vorremmo sempre felici… e arriverà un’età in cui sarà così complicato capirli e aiutarli…
Caia: quella stessa frase è il mio mantra degli ultimi 8 anni… e proprio non capisco chi mi dice Adesso è faticoso, ma poi cresceranno e uscirai dal tunnel… Ma quale tunnel??!
Mamma di corsa: sono i miei stessi sentimenti. Un abbraccio 🙂
a me fa pù ansia l’adolescenza dei maschi, da donna, perché credo che in quell’età alle mamme proprio non vogliano avvicinarsi, in nessun modo. Averne tre così mi terrorizza…
Valewanda: hai ragione. Non è che per i miei due maschi sia più tranquilla e per di più non ho la più pallida idea di cosa voglia dire diventare un uomo. Speriamo almeno che riescano a rimanere vicini tra fratelli…
ho un libro molto carino, che devo approfondire, regalatomi da un’amica, che si chiama “crescere figli maschi”, che seocndo me potrebbe illuminare!
Valewanda: sembra interessante, attendo recensione 🙂
questa scena l’ho vissuta varie volte con mia madre…e non nego che pure adesso qualche volta capita. pensandoci adesso ho veramente paura della fase adolescenziale femminile. forse più della maschile…però ogni cosa a suo tempo. anche noi cresciamo assieme ai figli!!
Maggie: benvenuta qui e buona avventura con la tua piccola donna! Hai ragione, un passo per volta.