Nonostante si siano ormai avviati a pieno ritmo i tre nuovi anni scolastici, ricchi di novità per tutti con la prima elementare della Piccolina, l’ingresso alle medie del Grande e una nuova attesa maestra per il Grandicello, in autunno ci portiamo ancora dietro la voglia di riempire il tempo libero di esperienze speciali, quasi potessimo ancora sentirci un po’ in vacanza, almeno nei fine settimana.
Per questo, per l’ultimo sabato libero dai tornei di calcio, ho accettato con entusiasmo l’invito a partecipare al Blogger Day #gioiadarte Kids organizzato dalla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli.
L’ambientazione nella storica area industriale del Lingotto riqualificata secondo il progetto di Renzo Piano e l’interessante selezione delle 25 opere della Pinacoteca Agnelli, non troppo numerose da stancare i bambini ma decisamente significative per come rappresentano tappe fondamentali della storia dell’arte dal ‘700 al ‘900, mi avevano fatto pensare che questa gita a Torino potesse essere un’occasione piacevole per tutta la famiglia, e non solo per la presenza di tanti amici.
La giornata era strutturata per accontentare adulti e bambini, gli uni con una “tranquilla” visita guidata della Pinacoteca, resa possibile dall’intrattenimento degli altri con un laboratorio artistico ispirato ad alcune delle opere appena viste. E, per la nostra famiglia, questa attenzione a soddisfare le esigenze di età diverse ha assunto un significato particolare, perché per la prima volta Pietro, coi suoi 11 anni, ha deciso di lasciare il gruppo dei più piccoli per partecipare alla visita guidata insieme a noi grandi.
Così, mentre i bambini riempivano di colore la biblioteca realizzando una loro personale interpretazione della skyline torinese, dominata dalla mole antonelliana e dall’arco olimpico, il nostro Ragazzo Grande ha diviso con noi l’emozione del suo primo incontro con la Venezia del Canaletto e la Dresda di Bellotto, con la grazia delle danzatrici di Antonio Canova e con la novità delle opere sulla velocità dei futuristi Balla e Severini. E a me è sembrato di ascoltare anche attraverso il suo interesse tutto nuovo le parole della preparata guida Ersilia e di rivivere uno stupore adolescenziale di fronte alla pittura di Manet, Renoir e Modigliani e il suo stesso divertimento alla ricerca dell’uomo davanti al tavolo scomposto dal cubismo di Picasso. E sono rimasta lì anch’io, al centro della sala di Matisse, affascinata da quei colori, quelle stanze, quei fiori e quelle donne e soprattutto emozionata dalla sua meraviglia.
vedere i bambini in un museo, è sempre un piacere. bravi!
È vero 🙂
Grazie, Clara! Ciao
Che bell’esperienza, c’eravamo anche noi 🙂