La mia lunga estate di solitudine è terminata: questa ultima settima di mare, tra bucati, pensieri autunnali e bagagli, sarà la mia vera vacanza, visto che Papà in 3D finalmente ci ha raggiunti e poi torneremo a casa insieme.
Ora lo dico
Me lo concedo dopo due mesi di vita di spiaggia senza sollevare i piedi da terra, chiudere gli occhi né tanto meno aprire un libro, dopo una sessantina di giornate di attenzione costante, di “Dove vai?”, “Cosa fai?”, “Questo no, quello neanche”, “Sì, ma prima mi devi chiedere il permesso”, “Abbassate la voce”, “Non sollevate la sabbia”, “Aspettate che ci sia un po’ meno gente, altrimenti disturbate”… quando ormai non ne posso più anche solo di sentire la mia voce.
Segni da interpretare?
Se, dopo quasi due mesi di quotidianità balneare, ti rendi conto che gli orari sono sempre più sballati e che passi gran parte del tempo rincorrendo quello che hai dimenticato qua e là…
Timidi slanci
Ho lasciato Milano con una Piccolina che, alle festicciole, non si allontanava dalle mie gambe e per lo più pretendeva di essere tenuta in braccio, e che, anche ai giardinetti, non chiedeva di meglio che aggirarsi fra i giochi e gli altri bambini senza mai lasciare la mia mano.
Siamo arrivati al mare a fine giugno con una Piccolina che si rifiutava di appoggiare i piedi sulla sabbia, che guardava con diffidenza ai vicini d’ombrellone e che nessuno di noi si sognava di poter vedere fare un bagno entro la fine dell’estate.
Giovani promesse
Ieri mattina, durante il loro bagno in compagnia di Papà in 3D e di due Amici Grandi, i miei due figli maggiori si sono avventurati fino alla boa.
Il Bimbo Grandicello sorretto dai suoi braccioli di Saetta McQueen, il Bimbo Grande senza nessun aiuto oltre a qualche decisivo intervento della mano amorevole del Papà, in un turbinio scomposto di braccia e gambe, non senza annaspare, hanno raggiunto con soddisfazione il galleggiante e sono poi tornati trionfanti a riva.
Il linguaggio segreto dei neonati
Qualche giorno fa, in libreria, ho incontrato una Giovane Mamma che aveva l’aria di essere abbastanza provata. L’ho sentita chiedere Il metodo EASY di Tracy Hogg e, vedendo che la commessa scuoteva la testa di fronte allo schermo del computer, mi sono permessa di intromettermi: EASY è il nome del metodo illustrato da Tracy Hogg con Melinda Blau nel libro “Il linguaggio segreto dei neonati”, che tra l’altro avevo proprio notato in bella vista sullo scaffale dedicato alla puericultura.
La Giovane Mamma, ringraziandomi, mi ha chiesto speranzosa: senti, ma questo metodo funziona?