Qualche giorno fa, in libreria, ho incontrato una Giovane Mamma che aveva l’aria di essere abbastanza provata. L’ho sentita chiedere Il metodo EASY di Tracy Hogg e, vedendo che la commessa scuoteva la testa di fronte allo schermo del computer, mi sono permessa di intromettermi: EASY è il nome del metodo illustrato da Tracy Hogg con Melinda Blau nel libro “Il linguaggio segreto dei neonati”, che tra l’altro avevo proprio notato in bella vista sullo scaffale dedicato alla puericultura.
La Giovane Mamma, ringraziandomi, mi ha chiesto speranzosa: senti, ma questo metodo funziona?
Le sue occhiaie mi dicevano che aveva un gran bisogno di una risposta affermativa e mi ricordavano tanto quelle che avevo io, sette anni fa, quando sono arrivata per la prima volta in questa cittadina ligure col mio Bimbo Grande di tre settimane.
Avevo letto questo libro durante la gravidanza, quando ancora cullavo nella mia mente un desideratissimo bambino immaginario.
Avevo imparato che E.A.S.Y. è l’acronimo dei quattro momenti che idealmente scandiscono la giornata di un neonato e della sua mamma: Eat, Activity, Sleep e You, ove You indica il tempo in cui finalmente la mamma dovrebbe pensare a se stessa.
Avevo considerato con interesse molti dei suggerimenti, avevo guardato con perplessità ad altri, ma soprattutto avevo apprezzato la grande attenzione dell’autrice al linguaggio particolare con cui ogni neonato si esprime utilizzando il pianto ed il movimento del corpo, che ogni mamma deve imparare ad interpretare, fermandosi ad ascoltare ed osservare.
Avevo memorizzato i cinque tipi caratteriali in cui l’autrice suddivide i neonati: il tipo angelico, quello da manuale, quello sensibile, il vivace e lo scontroso, domandandomi quali sarebbero state le risposte del piccoletto che mi si agitava in pancia alle domande dell’apposito test.
Ebbene, con il passaggio dall’immaginario al reale, dalla teoria alla pratica, ho sperimentato il valore dell’analisi della Hogg.
Col tempo, ho ritrovato e riconosciuto i ritratti dei miei tre bambini, con le loro differenze.
Il mio Bimbo Grande apparteneva senza ombra di dubbio alla schiera dei neonati eufemisticamente definiti vivaci: “questi bambini sembrano uscire dalla pancia della mamma sapendo perfettamente cosa piace loro e cosa no, e non esiteranno a farvelo sapere. (…) Un neonato vivace fa molti versi e spesso ad alta voce. Il suo linguaggio corporeo tende ad essere un po’ convulso. Spesso ha bisogno di essere tenuto in braccio per addormentarsi, perché altrimenti le braccia e le gambe sono sempre in movimento, impedendogli di rilassarsi. Se comincia a piangere e il circolo vizioso non viene subito interrotto, raggiunge un punto di “non ritorno” cosicché il pianto produrrà altro pianto…”.
Con il mio Bimbo Grandicello ho conosciuto il tipo da manuale: “fa tutto al momento giusto, quindi con lui non ci sono molte sorprese. Raggiunge le tappe dello sviluppo nei tempi previsti: dormire la notte intera a tre mesi, girarsi sulla pancia a cinque e stare seduto da solo a sei. Già a una settimana di vita è in grado di giocare da solo per brevi periodi facendo molti versetti e guardandosi intorno. Se qualcuno gli sorride, lui fa lo stesso. Benché abbia delle fasi in cui è un po’ capriccioso -proprio come dicono i manuali-, è facile calmarlo e non si fa fatica a farlo addormentare”.
E poi, lo ammetto, la mia Piccolina mi ha regalato l’esperienza del bambino angelico: “dolce, sempre sorridente e per niente esigente. I suoi bisogni sono facili da interpretare. Non è infastidito dai nuovi ambienti e si fa portare in giro: davvero lo si può trasportare ovunque. Mangia, gioca e dorme senza problemi e di solito non piange quando si sveglia. Se ne sta tranquillo nella sua culla a far versetti, parlando a un animale di peluche o semplicemente divertendosi a guardare una riga sul muro. Un bambino angelico è spesso in grado di calmarsi da solo”.
Davanti alla copertina di quel libro ho ricordato tutto questo. E non ho saputo mentire alla Giovane Mamma: personalmente non ho incontrato, e forse nemmeno credo che esista, un metodo perfetto che, applicato acriticamente, risolva ogni problema. Anzi, ho sempre avuto l’impressione che le teorie eccessivamente rigide espongano i genitori al rischio di sentirsi ingiustamente inadeguati di fronte ad un eventuale fallimento.
Però quello di Tracy Hogg è secondo me un buon libro, proprio perché sottolinea più volte l’importanza dell’ascolto del personale linguaggio con cui ogni bambino a modo suo si esprime, per riuscire ad entrare in comunicazione con lui rispettandone i ritmi e la particolarità, cercando sin dal primo giorno di conoscerlo per l’individuo speciale che è.
Francamente non ho letto questo manuale, ma sono sicura che lo farò. Desidero un altro figlio e quello sarà il momento giusto.
Considerata la tua esperienza vorrei confrontarmi con te sulla fase del togliere il pannolino.
Io con la mia puledrina (26 mesi circa) ho provato un mese fa. Dopo la prima settimana difficile tutto sembrava ok (cacca e pipì nel vasino con tanto di richiesta da parte sua).
Da una settimana invece tutto è cambiato, rifà tutto addosso e sembra non volere più sedersi nel vasino o nel water.
Non ci sono stati traumi o cambiamenti, l’unica spiegazone che mi do è che sta imparando ad addormentarsi da sola e ho letto che spesso rinunciano ad una conquista a favore di un’altra.
Con i tuoi figli come è andata???
non conoscevo questo libro, ma la tua segnalazione mi risulta preziosa.
Credo che lo ordinero’ x leggerlo durante le vacanze… bimbe permettendo! 😀
ciao
Luca
Il mio è sicuramente il tipo vivace: sempre in movimento, energia da vendere e una fatica immensa stargli dietro! 😀
Spero che se mai dovessi averne un altro mi capiti, se non quello angelico, almeno il bimbo da manuale! Altrimenti siamo fritti!! 😛
Premetto che non ho letto il libro in questione.
Sono d’accordo con te sulla tua visione delle teorie “rigide”, dalle quali sono diffidente.
Alla fine questi libri devono fornire qualche spunto e ispirazione, non un corredo di regole passepartout da applicare pedissequamente.
Ed e’ una buona cosa che questo libro suggerisca l’ascolto del proprio bimbo, piuttosto che martellargli addosso una “categoria” con la sua ricetta invariabile per comunicarvi.
Ciao sono nuova e sono arrivata al tuo blog navigando sui blog. Ho letto il libro e lo consiglio a tutte le mamme con le occhiaie. Come ero io l’anno scorso.
PS Anche la mia Pupazza era “vivace”. Ora è semplicemente “iena”.
@Non conosco il libro ma mi hai incuriosito. Sono curiosa di leggere del tipo “scontroso” in cui molto probabilmente inserirei il grande e andrò alla ricerca del tipo “teppista” per il secondo!
Mi piace la tua considerazione: non esiste un libro perfetto, ci possono essere libri migliori di altri ma alla fine è il bambino singolo che ci guida e insegna a trovare il modo migliore per aiutarlo a crescere.
anch’io l’ho letto in gravidanza ed è stato l’unico che a pelle mi è sembrato un valido alleato e infatti continua ad essere una quotidiana consultazione!
anche se ancora non ho capito il mio momo a quale categoria appartiene…
cmq anche il test per i genitori era interessante, ancora mi ricordo i nervi che mi son presa…
http://alezionedimammita.blogspot.com/2009/05/il-linguaggio-segreto-dei-neonati-tracy.html
bacio
l’ho letto per il primo e l’ho ritirato fuori per la seconda.
devo dire che per la seconda figlia ho capito molte cose in più e sono riuscita a seguire il metodo easy con più facilità.
E’ vero ogni bimbo è diverso e bisogna trovare il “proprio” metodo ma devo dire che le linee guida di questo libro sono davvero interessanti!
A me ha servito e serve tutt’ora!
La mamma con le occhiaie ti sarà stata grata, ma cosa hai acquistato per te?
Mammadicorsa: credo di non essere la persona più adatta ad una consulenza sullo spannolinamento… coi primi due ho fatto una gran fatica (non so bene perché, ma sull’argomento si sono proprio impuntati!) e così con la Piccolina per ora temporeggio perché non ho voglia di cominciare a lottare… mi sa che tra qualche mese chiederò io consigli a te :-/
Penso che sia abbastanza fisiologico, comunque, che le varie conquiste subiscano delle fasi di stallo o di regresso: dopotutto, si tratta pur sempre di piccole o grandi rivoluzioni nell’universo dei piccoletti.
2Gemelle: buona lettura, allora, e buone vacanze!!
Fiordaliso: te lo auguro. Noi siamo stati fortunati… se i tre tipi si fossero presentati in ordine inverso, sarebbe stata molto più dura!
MammaOggiLavora: è esattamente quello che penso anch’io 🙂
Mamma: benvenuta!
L’ho detto che vivace è un eufemismo… iena rende molto di più l’idea 😀
Renata: eccoti il tipo scontroso… “Bambini di questo tipo sono furiosi col mondo e non cercano neppure di nasconderlo. Piagnucolano ogni mattina, non sorridono molto durante il giorno e fanno sempre i capricci prima di addormentarsi la sera. (…) Spesso odiano persino il bagnetto e sono irrequieti e nervosi quando qualcuno cerca di vestirli o di cambiarli. Se il flusso del latte materno è lento, si mostrano impazienti e, anche passando al latte artificiale, nutrire questo tipo di bambini rimane difficile a causa della loro disposizione scontrosa. Per calmarli di solito ci vuole una mamma -o un papà- paziente, perché si arrabbiano molto e il loro pianto è particolarmente lungo e sonoro…” Ti ricorda qualcuno?
Per quanto riguarda il teppista, mi vien da pensare ad una naturale evoluzione del vivace, oppure… continua tu 😀
Caia e Wwm: vero, anch’io l’ho consultato più volte, e a più riprese negli anni. Preziosissime per me le pagine sui diversi tipi di pianto e sul significato dei vari segnali del corpo.
Temo mi rimanga tuttora qualcosa da imparare sulla lettera Y…
Extramamma: qualcuno degli ultimi romanzi che trovi nell’elenco qui accanto… Poi sono entrata della profumeria di fronte a comprare il mio solito copriocchiaie ;-D
Penso proprio che la mia puledrina sia in un momento di regresso. è sempre stata più grande della sua età sia fisicamente, ma soprattutto come sviluppo psico-motorio e linguistico. In seguito a ciò abbiamo sempre cercato di rapportarci a questa crescita veloce, ma forse adesso sente il bisogno di rallentare. E allora dopo un primo momento di frustrazione (non lo nascondo) adesso ho recuperato la calma e aspetto. Tra una settimna andiamo al mare e a settembre si vedrà, ma dubito di poterti dare consigli!
le neo mamme hanno bisogno di conforto e rassicurazioni
^__^
Agrimonia
di splinder
Mi hai fatto venire voglia di leggerlo. Dato che il tempo per la lettura è molto limitato, mi chiedevo se posso trovare suggerimenti utili anche se i miei hanno già 15 mesi? Fammi sapere cosa ne pensi!
Mammadicorsa: ma sì, prendila con calma… al mare, con le ore in libertà col costumino andrà meglio. Baci
Agrimonia: benvenuta. Sono passata a trovarti 🙂
Mamma al quadrato: effettivamente, a meno che tu non abbia ancora voglia di neonato ;-), non so quanto possa tornarti utile: la Hogg si concentra proprio sulle prime settimane di vita dei bambini, tra allattamento, pianto, pannolini e nanna.
Sembra interessante il libro che ci descrivi, però forse si può leggere più volentieri se in attesa del primo figlio…
A me era piaciuto quando l’avevo letto durante la gravidanza, poi nelle vicinanze del parto ho cominciato ad avere dei dubbi e da quando Arianna è con me mi sono resa conto che alla fine, come per tutti i libri di questo tipo, è un buon metodo se hai un bambino che puoi inserire in quel metodo.
Non avrei mai potuto utilizzare l’EASY con Arianna senza snaturare completamente il nostro rapporto e il suo modo di essere. Ed è un sistema che ostacola di molto l’allattamento a richiesta, che per alcuni bambini può comunque essere abbastanza regolare, ma che per i bambini a più alto bisogno di contatto e di “tetta” è “rischioso”.
Ho apprezzato molto però la sezione riguardante i tipi di pianto.
allora … io, come ho già scritto altre volte, sono stata una grandissima incosciente in gravidanza e anche quando è nato mio figlio: non ho mai letto nulla di questo tipo di letteratura ( leggevo moltissimo, ma cose di tutt’altro genere ), non mi sono preparata, non ho fatto corsi preparto …
non è da me, di solito divento maniacale in queste cose.
forse mi sono semplicemente fatta trasportare dal mio intuito e dalle mie emozioni. forse ho anche un po’ nascosto la testa sotto la sabbia … o forse non ho mai sentito la necessità di affidarmi ad un manuale.
ho sempre fatto addormentare mio figlio secondo il mio istinto materno: i primi mesi, al pomeriggio, dormiva solo in braccio e appena lo mettevo nel letto si svegliava. io, testarda, ma amorevole, ho provato TUTTI i pomneriggi a metterlo nel lettino e al 6° mese sono riuscita a farlo dormire due ore di seguito. fortuna? naturale evoluzione delle cose? boh. so solo che lo rifarei. non credo riuscirei ad affidarmi ad un libro nel seguire mio figlio. anche se credo che delle parole esperte possano aiutare almeno a prendere una direzione o ad assumere un atteggiamento, che si può sempre plasmare e adattare al proprio bambino.
Mamma che fatica: infatti, per me è stato così. Dopo ho recuperato alcune pagine all’arrivo del secondo e della terza. E, col senno di poi, mi sono resa conto che tante delle differenze che riscontravo tra loro erano descritte dall’autrice.
Sheireh: anch’io ho mediato un po’ tra l’allattamento a richiesta (con cui ho iniziato con tutti e tre i bimbi) ed il metodo EASY, non pretendendo di arrivare a orari rigidi, ma solo a intervalli di tempo sempre più regolari. A questo proposito, secondo me è importante, per una mamma alle prime armi, tenere presente che il pianto può essere espressione di tante necessità diverse, e non sempre di fame.
PaolaFrancy: devo dire che anch’io ho letto poco e, per carattere, coi miei bambini ho scelto di volare a vista, cercando di seguire l’istinto, la razionalità, qualche consiglio che mi sembrasse di buon senso e poi, soprattutto, adattandomi di volta in volta a loro. Ho avuto tre esperienze talmente diverse che mi sono resa conto di quanto sia difficile generalizzare e sposare tecniche o metodi come fossero assolutamente validi. Quello che più ho apprezzato di questo libro è stata proprio la flessibilità e il riconoscimento che bambini tanto diversi possano reagire in modo diverso allo stesso metodo.
Grazie per avermi riportato il pezzo… siamo ancora lontani, mi sa che cercherò il libro!
a me questo libro semplicemente è piaciuto molto perchè è UNA SANA VIA DI MEZZO.
su tutto
parla di allattamento al seno, ma anche di artificiale.
di allattamento a richiesta, ma di tempo per se stessi e un minimo di regola
di nanna da soli, ma senza traumi.
in un panorama di estremismi a me questo libro ha salvato la vita!
Mamma in 3D, bellissima recensione! come tante, non ho letto niente PRIMA. Ma ho finito questo libro proprio nei giorni in cui hai pubblicato questo post.
E’ stato bello leggere e rileggere alcuni consigli – non estremi, mai estremi, forse mi sarei fatta meno sangue marcio leggendolo prima, ma chi lo sa… così è stato!
cmq grazie, a presto, s.
Niente, allora…dovessi decidere di replicare, lo acquisterò! 🙂
Renata: di peggio la buona Hogg non descrive… ma le mamme ne avrebbero ancora da dire!
My: niente di meglio di una sana via di mezzo quando si ha per le mani qualcosa di molto delicato, ci si sente a pezzi e si è stritolate fra svariati consigli estremisti…
Un abbraccio e un in bocca al lupo proprio speciale!
Silvietta: grazie! Le letture a freddo sono piacevoli, ma i buoni consigli si riconoscono meglio a caldo, se non addirittura a posteriori. Ciao 🙂
Mamma al quadrato: …wow! 😉