Del valore dei soldi e delle cose ogni tanto ci ritroviamo a parlare coi nostri figli, soprattutto col Bimbo Grande, che ultimamente ci ha sorpreso con qualche osservazione inopportuna e qualche domanda esplicita sull’argomento. Non sappiamo se ci siano state conversazioni con gli amichetti o delle battute fatte dagli adulti che lo abbiano colpito, ma ci siamo accorti che era il caso di provare a rassicurare e spiegare. Rassicurare perché i bambini non vivano ansie magari immotivate o di cui non potrebbero cogliere le giuste proporzioni, ma soprattutto spiegare che non è scontato avere ciò che si ha, che noi genitori dobbiamo fare le nostre scelte riguardo a cosa comprare e cosa no, perché non si può avere tutto, che con il denaro speriamo di poter dare loro quello di cui hanno bisogno e che fa loro piacere, che apprezziamo alcune cose belle ma non quelle la cui unica funzione è l’ostentazione di ciò che ci si può permettere, che c’è tanta gente che ha ben più di noi ma anche tantissima che ha molto meno o addirittura niente.
Proprio l’altra sera a cena ci siamo trovati a provare a fare degli esempi, che potessero lasciare il segno in un bambino di quasi otto anni: a dirgli che è sbagliato far dei confronti sulla dimensione delle case in cui si abita, sui giocattoli che si possiedono e anche sulle attività che si possono svolgere, che si può ferire un compagno di classe persino ritenendo banale la partenza per le vacanze o la partecipazione al corso di calcio e alla gita scolastica.
Senza esagerare, ci è sembrato giusto vedergli sgranare gli occhioni di fronte al pensiero che ciò che gli sembra naturale avere o fare in realtà non lo è per tutti, perché questa è la sensibilità che speriamo possano sviluppare i nostri figli: non siamo dei ricconi ma vogliamo sentirci fortunati e, piuttosto che invidiare chi mette in mostra ciò che ha, ricordarci di chi invece con pudore soffre per quello che non può avere.
Sappiamo che è ancora presto, che la consapevolezza verrà col tempo e che certi discorsi andranno fatti e ripetuti, chissà quante volte, e magari non sarà mai abbastanza. Ma, un passo per volta, ci proviamo.
Però questi discorsi forse andrebbero fatti per bene, con tanti chiari esempi e un po’ meno delicatezza, anche ad altre tavole…
Magari nel salotto rosa da cui ha reso le sue ormai celebri dichiarazioni la neomamma Ministro che, forte di qualche settimana di esperienza, si erge a modello e sprone di tutte le madri italiane, come se il suo rientro al lavoro super-protetto, con bambina al seguito nella nursery privata e uno stuolo di persone ad aiutarla e a raggiungerla fino a casa per qualche firma, fosse confrontabile con quello di una qualsiasi donna in equilibrio fra ufficio, spesa, asilo nido e come se la remunerazione, le soddisfazioni e le responsabilità che il suo ruolo le offre fossero le stesse di un’impiegata qualunque.
Oppure davanti a una finestra con vista sul Colosseo, a casa dell’ex-Ministro due volte dimissionario che, ignaro del prezzo di mercato della sua dimora, si lamenta perché è “un po’ buia e non un attico, ma un mezzanino” e, con aria contrita, cerca pure di commuoverci dicendo che per lui sborsare 610mila euro dopotutto è stato un bel sacrificio: “Un buon prezzo, forse eccessivamente un buon prezzo. Per me è stata la prima casa che ho comprato e mi è sembrato comunque un prezzo importante. Ho fatto uno sforzo”.
Ma anche nell’appartamento in affitto dell’Onorevole dell’opposizione che ho sentito ieri alla radio fare i suoi bravi conti sullo stipendio da parlamentare e dire che ritiene di guadagnare il giusto, “sicuramente non troppo”, poiché le sue uscite mensili dovute al lavoro ammontano a 10.800 euro (cita i viaggi, misteriosamente dal momento che i parlamentari non pagano treni, aerei né autostrade, il mantenimento della segretaria, dell’agenzia di stampa e una bolletta telefonica a tre zeri) e quindi ciò che le rimane dei 15mila (“lordi” precisa, come se le tasse le pagasse solo lei) che le spettano non le permette di mettere da parte il capitale necessario per acquistare una casa di proprietà.
Pare proprio che un bel bagno nella realtà della gente comune farebbe bene anche a tanti adulti.
ehi, ascoltiamo la stessa radio e la stessa trasmissione: mi sa che devo scoprire se certe cose fanno venire il prurito anche a te, ma da quello che scrivi … direi proprio di sì! mi piace tanto il lavoro con il BimboGrande… ciao s.
In classe di Pietro c’è una bimba rom, che per fortuna è ben protetta dalle maestre, molto intelligenti e sensibili. Ma questa bimba non partecipa ai compleanni di classe e mio figlio me ne ha chiesto spiegazioni: con molta delicatezza ho provato a dirgli che i suoi genitori non possono/vogliono portarla ai compleanni, per motivi vari. Non mi sono dilungata, ma non ho mai accennato al fatto che è rom (o zingara). Mi sembra presto dilungarmi, non capirebbe, ma ho fatto capire a Pietro che è comunque fondamentale invitarla sempre, farla partecipe, e chissà, magari tra qualche tempo riusciremo a convincere i suoi genitori a portarla. Nella stessa classe c’è il figlio di un famoso industriale bolognese: macchinoni e villa sui colli, e naturalmente un netto giudizio sugli zingari. Ma è anche l’unico che non ha fatto la festa per il suo compleanno. E invitato a casa nostra continuava a decantare la sua villa e le sue macchine. Fastidiosamente. Pietro è ancora inconsapevole delle diversità, è molto tranquillo e felice di quello che ha. Speriamo rimanga così. Mi tremano i polsi alle dichiarazioni dei politici: tutti uguali, a destra e a sinistra.
condivido ogni parola.
Hai assolutamente ragione!!! Ci vorrebbe una sorta di scambio, metti un politico qualunque a fare il muratore o qualunque altro lavoro di “fatica”, a fine mese dagli il suo stipendio magari in nero e magari non tutto, ma solo un acconto, perchè così vengono trattati molti operai.
fagli pagare bollette, tasse, cibo, vestiti, baby sitter, asilo nido e tutto quello che serve ad una famiglia comune e poi vediamo se ci riesce ad arrivare a fine mese!!!
nel leggere il tuo sunto educativo, ho riso tanto e amaro… condivido in pieno. Un bacio
bellissimo post! mi piace pensare che nonostante sembra che la società stia perdendo tutti i suoi valori “per strada” ci siano ancora famiglie, tante, in cui si ritenga giusto e fondamentale insegnarli!
pensa che in classe di francesco ( primo anno di asilo! ) sento spesso – quando lo porto o vado a prenderlo – frasi del tipo: ” la mia casa e’ piu’ grande della tua” … ecc
all’ asilo! capito??? non so se ci siano madri che, involontariamente/bonariamente – spero, esaltano la propria casa o quello che hanno.
in un momento come questo, poi, dove molta gente che prima poteva dire di stare bene ora quasi non arriva a fine mese ( per non parlare di chi, veramente, non ci arriva ), credo sia veramente inopportuno.
sei una brava madre. e questo si sapeva … sono convinta che riuscirai a far capire a bimbo grande ( e ai suoi fratelli ) quanto poco contino certe cose. e che valore immenso ne hanno altre.
ciao, un bacio, paola
il mio ancora non va neanche alla materna, ma già vedo certe cose che mi portano a pensare che l’ostentazione attraverserà la nostra strada ….
venerdì scorso invito a cena una mia ex collega (non ci vedevamo da secoli, forse ci rivedremo tra qualche altro anno, forse!) che ha un bimbo di 2 anni e 4 mesi che aveva i jeans armani, le scarpe hogan, la camicia fredd perry e il giubbino belstaff. mio figlio era semplicemente vestico con jeans, maglietta e scarpe da tennis. ora mi chiedo se io noto queste cose anche lui tra qualche anno lo farà? mi sono consolata pensando che (a parte una mia attuale collega)le persone che frequento giornalmente non sono così, e mi sono sentita felice di questo, felice di poter comprare una maglietta al mio bimbo perchè so che lo renderà felice perchè magari ha la stampa di un cartoni animato che gli piace, e non perchè DEVO vestirlo con una certa marca!!! ma dove finiremo???? e davvero cosa imparano i bambini di oggi?
ohhhh, linda… come mi è piaciuto questo post. conoscendomi (un po) lo sospettavi, eh? brava: sottoscrivo!!!
come al solito qui in Italia c’è qualcuno che le spara grosse, e invece di mettersi nei panni della gente comune straparla senza rendersene conto. Riguardo poi alle altre tue considerazioni, concordo in pieno, ed è bello il modo in cui le hai rese. Un abbraccio, Vale
Condivido, come sempre del resto.
Silvietta: in cucina ho la radio, sintonizzata si Radio24. Così, all’ora in cui preparo la cena… sì del prurito mi viene sempre, ma mi diverto anche!
AngelaC2: tutti uguali, tristemente.
Rita, Soleil, MammaTuttoFare, MammaUlcy: grazie! 🙂
PaolaFrancy: anch’io ho notato che certi discorsi li fanno già da piccoli… magari poi per loro è la solita banale competizione e non si rendono conto della delicatezza dell’argomento: credo che sia proprio lì che dobbiamo intervenire.
p.s.: grazie per la fiducia… speriamo bene!
Mammina74: a me sembra giusto che i miei figli vedano un po’ di tutto, e vengano a contatto con la varietà del mondo reale. Certo, bisognerà spiegare loro tante cose…
BStevens: mah? un sospettino, forse, l’avevo… 😉
Valewanda: quanto a spararle grosse, ieri Briatore e la Gregoraci hanno prodotto questo perfetto corollario al mio post.