Sotto silenzio

La consegna delle pagelle nella scuola del Bimbo Grande quest’anno è avvenuta regolarmente, ma senza il breve colloquio con le maestre, che hanno organizzato questa protesta silenziosa per provare ad opporsi all’assurda politica di tagli indiscriminati che si stanno abbattendo sulla scuola pubblica.

Per il prossimo anno scolastico, è prevista una drastica riduzione del personale docente che, nella sola provincia di Milano, si concretizzerà nell’eliminazione di 705 posti nella scuola primaria, 178 posti nella scuola media, 800-1000 posti nella scuola secondaria.

Guardando al nostro piccolo, la scuola dei miei figli si troverà ad avere 3 insegnanti e 1 specialista di inglese in meno. Ciò comporterà l’impossibilità di realizzare ancora il modello del tempo pieno di 40 ore con 44 ore di didattica da parte di due maestre equivalenti per tutti i cinque anni. Quello che si intravede come prospettiva sono ancora le 40 ore di tempo scuola, ricoperte però da un numero imprecisato di insegnanti e senza garanzia di continuità, perché si sa già che nei prossimi anni l’organico verrà ulteriormente ridotto.

Ho compreso e condiviso il silenzio delle maestre di mio figlio, che, dopo aver concluso con l’impegno di sempre l’anno scolastico, hanno salutato i genitori con l’imbarazzo di chi si sente impotente di fronte a decisioni calate dall’alto che vanno a ostacolare sempre di più la realizzazione di un buon lavoro, di chi non sa cosa promettere alle famiglie, di chi sarà costretto a dividersi tra più classi per poche ore e ad insegnare anche la lingua inglese sulla base di una preparazione sommaria e frettolosa, di chi si troverà ad ammassare in aula bambini di varie sezioni quando non si saprà come coprire le ore di supplenza, di chi ogni giorno da anni costruisce la scuola senza aver più voce in capitolo nella sua gestione.

Poi c’è un altro silenzio.
Il silenzio dei genitori che, ritirate le pagelle, tagliavano corto con un “bene, guarda come abbiamo fatto in fretta quest’anno”.
Il silenzio dei superficiali che domandano solo “ma allora mio figlio lo tenete ancora a scuola al pomeriggio?” e poi non ascoltano nemmeno quale sarà il progetto educativo attuabile.
Il silenzio degli egoisti che pensano “tanto i miei figli andranno alla scuola privata”.
Il silenzio dei miopi che, non avendo figli in età scolare, ritengono che i problemi della scuola non li riguardino, dimenticando che i bambini che oggi non ricevono un’istruzione adeguata domani saranno la società in mezzo a cui tutti vivremo.
Il silenzio dei molti che, sotto sotto, pensano che gli insegnanti siano solo voci di spesa nel bilancio statale, per lo più brontoloni e fannulloni, trascurando il fatto che sono le persone a cui affidiamo i nostri figli, con le loro domande e la loro piena fiducia, per gran parte della giornata.
Il silenzio dei rassegnati, che si nascondono dietro il solito “in Italia le cose sono sempre andate così”, che non si informano perché “tanto noi siamo venuti grandi lo stesso”, che non sono più nemmeno capaci di provare un doveroso sdegno.

Ecco, a me questo silenzio proprio non piace.

10 Thoughts on “Sotto silenzio

  1. La mia principessa ha solo 15 mesi, ma ci penso già a come sarà quando le toccherà andare a scuola, dico le toccherà perchè non so in che condizioni sarà la scuola quando fra qualche anno. purtroppo mi rendo conto che è sempre peggio, dopo le ultime parole della ministra poi cosa ci aspettiamo? un miracolo forse? che peccato.

  2. Mah…. io non so se nella nostra regione o provincia, ci saranno tagli. Fatto sta che sto pensando a delle soluzioni, a delle ribellioni….ma questi silenzi sono opprimenti!

  3. Ci sono anche quelli che già fanno il tempo ridotto (i moduli) ed è una ottima soluzione per i bambini, se appena una ne ha la possibilità. So che non va bene per tutti, ma se chi può lo scegliesse, lascerebbe posto al tempo pieno agli altri.

  4. Lady e Bismama: sono piuttosto pessimista, e non so se ci sono regioni o province che non verranno toccate…

    Oh mamma: mi sembra riduttivo considerare il tempo pieno come fosse un servizio assistenziale da lasciare a chi ne ha bisogno. Il modulo e il tempo pieno sono modelli educativi diversi e la scelta secondo me non dovrebbe basarsi solo sulla comodità dell’orario.
    Quando ho scelto il tempo pieno per il mio Bimbo Grande, ho valutato quali fossero i contenuti, non il contenitore orario.
    Non giudico negativamente il modulo (che comunque, nella scuola dei miei figli raramente viene richiesto da un numero di famiglie sufficienti a formare una classe prima), ma non trovo giusto che dobbiamo rinunciare alla libertà di scegliere e soprattutto alla qualità (ad esempio, l’eliminazione delle figure delle insegnanti specialiste di inglese coinvolge tutti, non solo le classi a tempo pieno).

  5. ti dico solo questo. ho un’amica insegnante, una bravissima ragazza, tra l’altro parecchio precaria. solo che è di destra. e quando le ho detto che nella nostra città stava saltando il tempo pieno, mi ha risposto che non è vero, e che “il resto del carlino” è un covo di comunisti (n.b.: l’ex direttore, Mazzuca, mi pare si fosse candidato per il pdl come governatore dell’emilia romagna, poi magari mi confondo eh.)

  6. hai proprio ragione, e purtroppo sono molti, troppi…

  7. mi hai preso nel vivo, io mi sento molto miope, presa come sono da questi primi mesi, ma so che prima o poi dovrò uscire fuori, e lottare,e temo per le macerie che incontrerò. grazie per il tuo impegno e il tuo sguardo sempre lucido e moderato sui problemi.s.

  8. Nella scuola del Padawan, il tempo pieno e quello ridotto hanno lo stesso programma, solo che al tempo pieno viene svolto più lentamente e non ci sono compiti a casa. Personalmente preferisco il tempo ridotto, meno faticoso per i bambini, che così hanno anche più tempo libero per altre cose. Certo bisogna essere a casa con loro per seguirli nei compiti.

  9. Polly: il tuo esempio è assolutamente calzante. A me rattrista molto che le posizioni politiche condizionino la capacità di vedere la realtà per quella che è e che non si riconosca in un bene comune più grande la necessità di superare certi schieramenti.

    Valewanda: e sono dappertutto…

    Silvietta: a dire il vero, io pensavo alla miopia di chi ha figli ormai grandi. Chi ha figli piccoli ha ancora altre grane a cui badare e, purtroppo, in questa riforma inciamperà molto presto, anche solo con la scuola dell’infanzia. Poi mi dirai.

    Oh mamma: anch’io sono a casa e seguo molto volentieri i miei figli nello studio. Però l’offerta del tempo pieno come è stato per i primi due anni per il mio Bimbo Grande è stata estremamente ricca, soprattutto di attività extracurricolari, e gli ha regalato un bagaglio di esperienze che, devo ammetterlo, non sarei stata in grado di proporgli da sola. Purtroppo, le stesse maestre si rendono conto che le cose dovranno per forza cambiare nei prossimi anni. Un gran peccato.

  10. Io ci penso in continuazione, anche se mancano due anni prima che BUH! arrivi alla scuola primaria… Per come stanno andando le cose, se potessi, lo manderei in una scuola privata…

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