Lo ammetto, io sono messa così e così, dopo un mese di inserimento all’asilo della Piccolina di casa, dopo una lenta rieducazione alla solitudine attraverso la graduale copertura di distanze sempre maggiori ma con un orecchio sempre teso verso il cellulare, soprattutto dopo gli ultimi giorni in cui il distacco avviene tra pianti strappacuore, in cui solo con la razionalità riesco a impormi di voltarmi e andarmene, ripetendomi per tutta la mattina “è per il suo bene, è solo per il suo bene” e liberandomi da quel groppo in gola solo all’uscita, quando la ritrovo allegra e sorridente e le maestre mi dicono che è stata sempre tranquilla…
Ma se, mentre cerco di distrarmi fra gli scaffali di un grande negozio di bricolage per dare forma ai miei progetti di riordino della casa finalmente vuota per qualche ora,
squilla il telefono
e già scatta il primo allarme
compare sul display il nome della scuola materna
e allora è panico: in un attimo mi attraversano orribili pensieri, il più ottimistico dei quali è “altro che tranquilla, altro che per il suo bene, mi diranno che sta piangendo disperata da tre ore”
tutto, ma proprio tutto, mi posso aspettare tranne che di sentire dall’altra parte una voce squillante e cordiale che mi fa: “Buongiorno, signora. Avremmo bisogno di sapere la sua data di nascita”.
La-MIA-da-ta-di-na-sci-ta???
Sono praticamente ancora ferma lì, inebetita, fra il corridoio delle cornici e quello delle scatole da guardaroba, col mio cesto pieno di ganci a ventosa e stucco da legno sul braccio e il telefono in mano. E non so nemmeno in quale giorno e città io abbia dichiarato di essere nata.
Per la cronaca: alle 14 ho ritrovato all’asilo la mia Piccolina allegra e sorridente, e le maestre mi hanno detto che è stata sempre tranquilla. Lei!
Ah ah ah!
Coraggio, dai ti capisco.
Da noi sta andando tutto bene, goditi il tuo bricolage che te lo meriti.
Andarmene lasciandolo piangere?!?!?!
Aiuto, già ci penso adesso….
😀 Ma perché la data di nascita? La tua?
anch’io quando sento squillare il cellulare penso “guai in vista”.
che stress!
Anch’io ho un tuffo al cuore ogni volta che mi chiamano dal nido o dalla scuola (anche perché è capitato che mi chiamassero perché uno dei bambini non stava bene). Ma ogni tanto non potrebbero chiamare Luca, così diventa un po’ cardiopatico anche lui????
ma poi che volevano? non dirmi che si ricordano e fanno confezionare un regalo dalla bimba il giorno del tuo compleanno!!!
second ci ha messo tre settimane ma adesso ce l’abbiamo fatta non si appende più alla mia gamba disperato gridando di non lasciarlo 🙁
ovviamente le maestre mi assicuravano che tempo di svoltare l’angolo e lui aveva già concluso la sua sceneggiata
anche io quando vedo ‘materna’ o ‘elementari’ sul display dico cavolo stavolta cos’è successo (di solito mi sono appena seduta alla scrivania, e mi è toccato certe volte di uscire di nuovo uscire immediatamente dall’ufficio e rifare tutta la strada per andare a prendere un piccolo vomitante).
e anche me – guarda un po’che caso EH! – è capitato così l’altro giorno. non so proprio a cosa servisse la nostra data di nascita, ma vorrei fugare ogni dubbio in merito al possibile regalo per il compleanno (purtroppo). penso che servisse per la mensa o a qualche altra sòla burocratica.
comunque lì stanno proprio bene. te lo dice la mamma di cicciopao che è un vero rompiballe e finalmente non piange più e dice che le maestre sono belle! wowowowowow!!!
M di MS: contenta per voi!
Quanto al mio bricolage… per ora consiste in sessioni aggressive di pulizia che, talvolta, sconfinano nel restauro 🙂
Mamma Ulcy: a tempo debito… Comunque non è detto: i miei due grandi hanno iniziato l’asilo senza versare una lacrima. Baci
Mamma Cattiva e Polly: la data di nascita dei genitori pare che serva per compilare gli elenchi per le elezioni dei vari consigli della scuola. Inutile dire che, essendo al terzo figlio nello stesso asilo dello stesso comune, quella data l’avevo già comunicata un migliaio di volte :-/
MAQ e Lanterna: è vero, basta lo squillo… siamo un fascio di nervi!
Supermamma: lo so, ci vuole solo pazienza. E so anche che il pianto dura poco. Ma è faticoso allontanarsi così…
Clara: guarda caso, eh?!
Io su quelle maestre metterei ben due mani sul fuoco: sono bravissime (e belle :-D), ne sono sicura. E’ la mia Piccolina che ha le sue particolarità e in questo periodo ha deciso di farmi scontare questo primo distacco da me ad ogni occasione. Ma persevero: so che per lei l’asilo, in quella classe, può essere solo una buona occasione.
La mia puledrina le ha passate tutte: i primi giorni crisi di pianto al distacco con maestre che la strappavano via; poi crisi di pianto a pranzo perchè sapeva che dopo andavo a prenderla, ma non vedendomi appena finivano (noi possiamo arrivare solo alle 13 e loro finiscono prima) disperata piangeva pensando che non tornassi; oggi di nuovo pianto al mattino…..E fotuna che dice che a scuola si diverte!!! (A noi mamme qualcuno ha pensato a fare l’inserimento???)
Quanto ti capisco…continua ad essere determinata e serena (..ops), la Piccola te ne sarà grata!
A me hanno chiamato per la commissione mensa. Nei nanosecondi tra quando ho visto che era l’asilo e quando ho risposto le ho pensate tutte. A momenti li mandavo a quel paese per lo spavento che avevo preso.
povera, ti capisco, immagino già l’anno prossimo l’inserimento e la separazione dei due gemelli, aiuto… Forzati, esci e vai, è solo un periodo, e sarai felicissima della tua riorganizzazione casalinga.. a Domani e un bacio
A me e’ successo venerdì e per giunta non sono riuscita rispondere subito. Quando ho riprovato a chiamare era sempre occupato e mi sono immaginata che stessero chiamando l’infinita lista dei contatti ( sono una donnina previdente). Nel frattempo mi si sono proposti gli scenari peggiori, tra l’altro erano andati a castagne e me la sono immaginata spersa nei boschi contesa tra un lupo e un orso….alla fine volevano solo chiedermi di redigere il verbale dell’assemblea di classe che si era tenuta lunedì! 1 non potevano aspettare l’uscita? 2 pensavano davvero che io potessi ricordare cosa era successo cinque giorni prima, per giunta dopo le nove di sera?
Ciao,io ho una bimba di 4 mesi e mezzo e solo il pensiero che un giorno andrà all’asilo mi prende male!!!!!
Bellissimo, geniale. Grazie per il tuo spazio.
Non sono padre in senso proprio, ma condivido in toto le tue preoccupazione quando di bimbi me ne trovo 60 in oratorio o 40 ai campi estivi.
Ma è bello pensare che le nostre preoccupazioni creano la loro serenità… qualche volta!
linda cara, dai è una scuola per lei -e anche per te, che come scrivi ti riabitui ad un po’ di solitudine e magari ti fa venire voglia di riprendere in mano progetti solo tuoi, non da mamma! ps mi piace pensare che tutte queste bolle della nuova grafica di blog siano i bei ensieri di fantasia che la piccoletta, coi compagni, inizia a fare..
Ciao a tutti e grazie! Va meglio, va meglio…
Però lo squillo del telefono no, meglio di no 😀