Sono cresciuta ascoltando e poi leggendo le storie della collana Imparo a leggere con Topolino di Walt Disney: sceglievo quale farmi raccontare dalla mamma, ne imparavo a memoria le figure e l’impaginazione, aspettavo con trepidazione che il mio papà portasse a casa dall’edicola l’ultimo volume pubblicato e amavo anche solo guardare la combinazione dei colori delle coste delle copertine sullo scaffale della libreria, cambiandone spesso l’ordine e gli accostamenti.
Una delle storie cui ero più affezionata è “Zio Paperone e la zuppa di bottoni”.
Racconta di Paperina che si reca a casa di Zio Paperone, dove scopre che lui conserva avaramente scorte di provviste e cibi succulenti senza permettere di consumarli. Allora stuzzica la sua curiosità dicendogli di essere in grado di preparare un’ottima zuppa utilizzando un solo bottone, piatto che le è addirittura fruttato un premio ad un concorso di cucina… Lui cade nel tranello, accetta la sfida e la osserva mescolare questo brodo a cui, con astuzia, lei riesce ad aggiungere a poco a poco ogni genere di ingrediente e sapore che l’ingenuo Zio le consegna su suo suggerimento: “sai, Zio, la zuppa verrebbe ancora meglio con una bella carota”, “certo, quando ho vinto il premio, avevo aggiunto anche una coscia di pollo”… e così via.
Le immagini finali sono quelle di un enorme pentolone contenente una zuppa variopinta sulla quale galleggia il famoso bottone e che basterà a sfamare l’intero villaggio, mentre Paperina gongola di soddisfazione e Zio Paperone si vanta di aver visto preparare una tale prelibatezza con l’uso di un solo bottone!
Alcune prime letture si imprimono nella memoria e tornano alla mente in diverse occasioni: certo, la citazione fa sorridere e non fa fare la figura dei dotti, ma provoca una gran tenerezza in chi magari scopre di aver avuto gli stessi libri di formazione.
Ebbene, non sarà epica e nemmeno letteratura, ma a me una delle cose che capitano più di frequente è di sentirmi Paperina davanti al suo pentolone, almeno tutte le volte che mi ritrovo ad inventare piatti improvvisati sulla base del contenuto del frigorifero e del gusto del momento.
Papà in 3D ormai lo sa e riconosce subito la serata da zuppa di bottoni quando, rientrando dal lavoro, alla domanda “cosa si mangia stasera?” mi sente rispondere distratta (magari dallo schermo del computer): “non ho deciso, non ci ho ancora pensato” oppure addirittura “guarda, non so proprio: non abbiamo niente in casa!”.
Dopo mi vede indossare il grembiule, guardarmi intorno in cucina, si sente proporre una banale pasta o un risotto, quindi mi osserva pulire il primo ingrediente base, che di solito è un ortaggio dell’ultima cesta della Bioexpress… e poi, nella successiva mezz’ora, sente aumentare e cambiare il profumo che si sprigiona dalla pentola, perché io, in preda all’ispirazione (e ormai anche alla fame), aggiungo via via quello che il gusto mi suggerisce e la dispensa mi consente.
Quello che ci troviamo nei piatti solitamente è un piatto ricco, ovviamente irripetibile: Papà in 3D apprezza, io tiro un sospiro di sollievo, pronuncio l’immancabile frase “e così anche stasera abbiamo mangiato!” e poi, ogni volta, racconto ai bambini la storia di Zio Paperone e la zuppa di bottoni.
bello!!! bella storia, non la conoscevo ma penso che di zuppe di bottoni ne ho fatte e ne farò tante anche io
La zuppa di bottoni!!!
Anche a me piaceva tantissimo, l’avevo dimenticata ma ecco oggi ritornarmi in mente persino le illustrazioni!
Da noi si fa la zuppa di sasso. Che poi e’ la regola perché sono fisiologicamente incapace di seguire una ricetta! Infatti i dolci non mi vengono quasi mai!
io alle bimbe dico sempre che per cena si mangiano “salti di scimmia”…loro non l’hanno mai capita e sono ancora lì che li aspettano… 🙂
Bona la zuppa di bottoni… io non ne sarei capace, perciò mi impongo di pensarci sempre in anticipo 😉
carina questa storia, conierò anch’io questo termine và…
e anche una delle mie preferite:
ma che dire di “OGGI FA TUTTO PIPPO” e “la principessa senza sorriso”
ESILERANTI.
Per fortuna li ho ancora tutti e sto convincendo pian piano mia mamma a separarsene.
A proposito della zuppa di bottoni mi ricordo che chiesi a mia mamma chi si fosse alla fine mangiato il bottone, non mi ricordo cosa mi rispose, ma qualche mese fa la Pasionaria, mi ha fatto la stessa identica domanda…. buon sangue non mente.
bellissima storia e bellissima tu, apri sempre sprazzi deliziosi e molto educativi sul vostro quotidiano! grazie!
sei una grande.
perchè sai innanzitutto improvvisare una cena, e non è da tutti: io quando improvviso faccio la pasta in bianco o l’uovo al tegamino
e poi perchè questi collegamenti ‘interdisciplinari’ che offri ai tuoi figli durante il vostro quotidiano sono insegnamenti senza pari che rimarranno loro per tutta la vita.
saranno come delle copertine di Linus che si porteranno dietro fino all’età adulta, e come ci saranno affezionati!
bacio
Lisa
In ogni tuo racconto di vita quotidiana leggo una sensibilità, una dolcezza ed un’ intelligenza rare da trovare!!! I tuoi bambini e tuo marito sono molto fortunati!!! Fortunati anche noi che ti leggiamo….grazie per condividere con noi i tuoi pensieri!!!
Un abbraccio
Michela
E’ da tanto che non scrivi, ma ti lascio comunque un messaggio per augurare a te e alla tua famiglia Buone Feste!
Grazie, Murasaki, e Buon Natale a voi!
Hai ragione, è da tanto che sono lontana dal blog e mi scuso con tutte per non aver risposto sino ad ora.
Nel frattempo, siamo caduti tutti sotto un’influenza che, per qualche giorno, mi ha resa incapace di ricorrere ai soliti trucchi in cucina… hanno mangiato veramente solo bottoni, insomma!
Poi sono tornata alla solita frenetica vita e ho scoperto un altro ottimo piatto-rifugio: una bella frittata in forno, adatta ad essere rinforzata con un sacco di sapori a sorpresa.
Un saluto e un grazie per tutti i vostri commenti.
Uno speciale bentornata a Lisa!!!