Fra le cose migliori che mi sono accadute in questo blog ci sono stati gli incontri con tante persone, alcune delle quali ora posso davvero chiamare amici.
Angela scriveva di “Una vita normale” e in una casa colorata, calda e curata, con un bel cortile dove i nostri figli hanno giocato per una giornata intera, ci ha accolti a San Lazzaro di Savena quasi due anni fa.
In realtà già allora Angela e Lorenzo avevano scelto di lasciare quella loro prima casa perché, come solo in alcune vite normali si ha il coraggio di fare, volevano realizzare un loro grande sogno: costruire una casa ecologica in legno, completamente autonoma dal punto di vista energetico, di classe A+, sul modello di quelle che Lorenzo, geometra, sapeva essere da anni utilizzate con successo all’estero. Brillavano loro gli occhi quando ci raccontavano dell’avventura in cui avevano deciso di lanciarsi, forti dei loro ideali di rispetto per l’ambiente ma consapevoli di tutti i passaggi che avrebbero dovuto superare per iniziare a ristrutturare integralmente l’immobile che stavano acquistando.
Per mesi ho condiviso chiacchierando con Angela l’emozione, le fantasie e le scelte di una donna che progetta la sua nuova casa. Lorenzo invece informava tutti noi amici, con competenze tecniche professionali ed entusiasmo da pioniere, dell’avanzamento dei lavori: dalla demolizione della vecchia costruzione in muratura, alla posa delle fondamenta, fino ad arrivare alla documentazione fotografica delle due (due!) giornate lavorative in cui la nuova casa in legno è stata assemblata.
Ricordo la telefonata fatta qualche giorno dopo ad Angela, sicura di sentire da parte sua l’euforia perché il bel risultato delle loro fatiche si era reso ormai così evidente. Invece la sua soddisfazione era velata: “Sai cos’è successo? Nonostante Lorenzo avesse preventivamente sottoposto il progetto a tutti i tecnici di dovere, ottenendo anche i pareri favorevoli dell’Azienda Sanitaria e della Commissione Edilizia, e poi, oltre ad avere regolarmente depositato le DIA, per scrupolo avesse comunicato al Comune che il 29 marzo la costruzione effettiva sarebbe cominciata per concludersi in un paio di giorni… proprio tre di giorni dopo, è arrivato un fax che ordinava di non effettuare l’intervento. Ma ormai la casa era costruita!”…
Una di quelle situazioni incredibili che purtroppo in Italia si è abituati a temere dietro ogni angolo, ma da cui, ingenuamente e in buona fede, si pensa sempre di poter uscire dimostrando di aver in mano le prove di aver seguito le procedure corrette…
Invece no. Oggi, a più di un anno di distanza, in cui la Eco-Casa è stata abitata da tutta la famiglia, aperta agli amici e ai visitatori incuriositi dalla novità di una costruzione del genere, dopo aver sentito Angela parlarmi della bellezza del profumo del legno, di “una casa che respira”, di un clima ideale sia in estate che in inverno senza bisogno di riscaldamento a gas né di apporto energetico dall’esterno, ancora oggi Angela e Lorenzo sono appesi ad una decisone della Commissione Consiliare del Comune che rischia di metterli in grosse difficoltà.
Lorenzo spiega tutto con precisione e dovizia di particolari tecnici qui.
Leggendo e rileggendo, mi è saltato agli occhi come norme e divieti cambino radicalmente sul confine sottile fra le diverse interpretazioni che vengono date dell’intervento realizzato. Ma quello che più mi colpisce e che queste interpretazioni non sono formali, perché dipendono profondamente dal valore che si dà alla riqualificazione energetica dell’edificio, fino a chiamare in causa addirittura come discriminante il concetto di interesse pubblico.
Ora, io non sono una cittadina di San Lazzaro di Savena, ma, già solo in quanto cittadina italiana, sento che sia anche nel mio interesse che sia stato realizzato un edificio completamente ecologico, interamente ricostruito in legno senza cementificare nuovo territorio, autosufficiente dal punto di vista energetico, anzi addirittura in grado, grazie ai pannelli fotovoltaici, di immettere in rete l’energia in eccesso. E soprattutto penso che sia anche nel mio interesse che due persone abbiano deciso di mettere in gioco le loro energie, il loro lavoro, la loro proprietà più importante per dimostrare che in questo modo innovativo e rispettoso dell’ambiente si possa costruire e abitare.
Ulteriori sviluppi: nota di Lorenzo Bolognini del 10 maggio 2012
Ho un paio di dubbi a riguardo, e spero che la franchezza non venga scambiata per polemica.
Ho letto anche l’articolo che hai linkato (e segnalato su twitter), e gli stessi dubbi permangono.
Punto primo: che io sappia, dal momento in cui la DIA viene consegnata ci vuole un tempo tecnico di approvazione a seguito per quale, per l’ormai noto silenzio assenso, si può procedere con i lavori. Date alla mano, non mi sembra che questo periodo sia stato rispettato, sempre ammesso e non concesso che siano nel giusto le mie premesse.
Punto secondo: l’autosufficienza energetica deriva dal fatto che i loro pannelli fotovoltaici producono in un anno complessivamente più di quanti siano i loro consumi? In questo caso si può chiamare autosufficienza energetica, altrimenti no.
Detto questo, che ripeto mi auguro non sia presa per polemica, sono realmente contenta di sapere che ci si muova verso la direzione dell’ecosostenibile. Io per prima lavoro nel settore delle rinnovabili e del risparmio energetico, e so bene quanto sia difficile in Italia (ma purtroppo non solo in Italia) difendere questo tipo di scelta.
Ciao, sono il diretto interessato… Ti posso dare le due risposte: alla prima confermo che le tempistiche erano state rispettate, alla seconda che produciamo più di quello che consumiamo…!
🙂
La tua non era polemica, ma giusta correttezza di informazione!
A disposizione per altre info se occorrono.
Lorenzo
Grazie per la sollecita risposta!
E’ un vero peccato che iniziative così virtuose siano ostacolate dalle autorità che dovrebbero invece promuoverle nell’interesse di tutti…
I miei amici a Reggio E. ci hanno messo due anni a ricevere i permessi per costruire una casetta di legno di 90mq nel giardino dei genitori di lei…ragazzi, ti fanno passare la voglia, perché se invece devono fare la TAV il permesso lo danno in 5 giorni….ad ogni modo, casa costruita in meno di una settimana! A Reggio siccome erano i primi in pratica il geometra non sapeva che pesci prendere…. Li hanno pure costretti a costruire la strada asfaltata fuori e il parcheggio anche se l’ingresso principale rimane dal giardino della casa dei genitori… valli a capire.
Noi abitiamo in una casa che ha 100 anni e due settimane fa è venuto un ingenere tedesco che vive in zona e ci ha fatto un preventivo per farla diventare ecologica: 1200€. Si può fare dai: isolamento delle pareti con carta di giornale triturata, tetto verde e pannelli solari…..Vi racconterò.
tra l’altro…il Comune ti dice pure di che colore deve essere la casetta….rosa…e che altezza, solo piano terra….robe da orbi, se consideriamo a quanti orrori siamo costretti a vedere sulle coste italiane, per esempio….
Ciao Francesca. Sì, dai, torna a raccontarmi come andranno i vostri lavori: mi interessa!
Mi complimento con Angela e suo marito. E spero veramente che tutto finisca bene. Con la casa non si scherza!!!
Vivendo in Italia voglio però essere cinica. Siamo pieni di orrende costruzioni abusive e le tolleriamo da anni. Basta solo stare lì, fermi, non fare niente. Prima di cacciarci di casa andate a dire qualcosa in certi posti del Sud Italia…
Anche da noi il colore della casa viene deciso dal Comune… solo se si è nel centro storico però! Comunque queste iniziative dovrebbero essere maggiormente promosse!