Stamattina, meno affannata del solito, avrei potuto buttarmi sulle pulizie straordinarie o sul riordino, riprendere in mano uno dei tanti lavori iniziati e abbandonati oppure lasciar trascorrere le ore inutilmente, ottenebrata dal grigiore novembrino. Invece ho deciso: si esce. E allora avrei potuto infilarmi nel solito supermercato, prendere una via dei negozi per una perlustrazione prenatalizia o buttare via tempo e denaro nello spendiccio superfluo. Invece, illuminata da non so quale stella buona, ho pensato: si va a zonzo e si va piano.
Resa condizionata
L’ho vista sfogliare per mesi i miei libri di pilates, giardinaggio e yoga come fossero i suoi preferiti.
Ho rinunciato da tempo a tenere un segnalibro fra le pagine del romanzo appoggiato sul mio comodino.
Ho raccolto innumerevoli volte da terra e rimesso in ordine vestiti e biancheria puliti in cui aveva adorabilmente messo le manine.
Ad armadi spalancati
Dal freddo al caldo, dal caldo al freddo.
Corsi e ricorsi. Ci risiamo con gli scatoloni.
E, questa volta, aggiungiamoci una Piccolina sempre più determinata che mi tallona, tocca, prende, porta, indossa, nasconde, sposta e rimescola.
Divertimento in 3D!
Madri e figlie
Sono reclusa con la Piccolina ammalata. Domenica mattina mi sono presa un’ora d’aria di shopping ozioso in un grande magazzino, cercando di sfruttare dei diabolici buoni sconto emessi un mese fa allo scopo di fidelizzarmi (ossia convincermi a tornare per successivi acquisti di dubbia necessità).
Aggirandomi nei reparti dell’abbigliamento donna e di intimo, mi è capitato di imbattermi in almeno tre coppie composte da una madre e una figlia adolescente e di assistere agli stessi sofferti dialoghi.
Timidi slanci
Ho lasciato Milano con una Piccolina che, alle festicciole, non si allontanava dalle mie gambe e per lo più pretendeva di essere tenuta in braccio, e che, anche ai giardinetti, non chiedeva di meglio che aggirarsi fra i giochi e gli altri bambini senza mai lasciare la mia mano.
Siamo arrivati al mare a fine giugno con una Piccolina che si rifiutava di appoggiare i piedi sulla sabbia, che guardava con diffidenza ai vicini d’ombrellone e che nessuno di noi si sognava di poter vedere fare un bagno entro la fine dell’estate.
Primo sole
Un’altra estate sotto i soliti ombrelloni blu.
Stessi volti, qualche pancia in più, dei nuovi nati nei mesi invernali.
Ci si saluta, ci si riconosce, ci si racconta le novità, si nota che ogni anno i lettini sembrano più accalcati… o forse no, erano già così vicini… e poi ci si abitua.