La sveglia alla solita ora.
La colazione con Papà in 3D e poi il latte per i due maschietti.
La biancheria asciutta da piegare e la prima lavatrice della giornata da far partire.
Un bacio al Papà che esce, un’occhiata al computer appena acceso.
Poi i vestiti per tutti, i letti rifatti e il biberon per la Piccolina mentre mi preparo anch’io.
Sulla porta, al volo: gli occhiali al Bimbo Grandicello, la borsa, il passeggino, il telefono, la nota della spesa preparata ieri sera, le chiavi… e usciamo.
Un’ordinaria mezza giornata
Zainetto in spalla
Due anni fa, il mio Bimbo Grande affrontava la sua prima gita scolastica di un’intera giornata. Dovendo essere all’asilo più presto del solito, era stato accompagnato dal Papà, mentre io rimanevo a casa col fratellino.
Qualche minuto dopo averlo salutato, ho sentito un gran vociare giù in strada, sono uscita sul balcone e ho scoperto che i pullman erano fermi proprio sotto casa mia: ho visto un brulichio di bambini eccitati che salivano guidati dalle maestre, qualche mamma ferma sul marciapiede a salutare ed io, complici gli ormoni impazziti delle ultime settimane della terza gravidanza, mi sono ritrovata al quinto piano a piangere come una bambina nel sentire i motori avviarsi e nel seguire con lo sguardo i pullman allontanarsi verso la cascina appena fuori Milano.
Oggi, alla fine del primo anno di scuola, il mio Bimbo Grande si è svegliato all’alba: grande avventura con viaggio in treno, zaino in spalla e camminata in montagna, con pranzo in rifugio di dovere.
Di scelte, errori e maturità
Anni fa una persona che godeva della mia stima disse:
Io non mi sento vecchio, perché vecchio è chi ha commesso almeno un errore irreparabile.
Allora ero una ragazzina piena di certezze, che aspettava con entusiasmo che la vita le si spalancasse davanti e queste parole mi colpirono, infatti ancora le ricordo.
Ma oggi le sento risuonare così riduttive.
Davanti alle immagini del terremoto
Non ci sono parole.
Rimangono solo la paura e l’impotenza di fronte alla devastazione e al dolore.
Però ci sono i bambini e allora bisogna trovare qualcosa da dire.
Maschietto o femminuccia?
Leggere questo post di My mi ha fatto pensare alla grande quantità di emozioni e soprattutto alla tempesta di commenti altrui che mi hanno investita quando ho scoperto il sesso dei miei tre bambini.
Quando la moglie diventa blogger
Proprio non sono capace di avere dei segreti con Papà in 3D.
Così il brivido della mia identità sconosciuta nella blogosfera è durato all’incirca mezza giornata: il tempo di scegliere nickname e titolo del blog, e poi già gli ho raccontato tutto e lui, non so bene se divertito o incuriosito, non mi sembra infastidito nè critico, mi ha fatto persino da consulente d’immagine nella personalizzazione del template, destreggiandosi con pazienza fra impercettibili variazioni di toni di viola, di caratteri, stili e dimensioni.