Sabato un matrimonio di amici, con trasferta in un’altra città di tutta la Famiglia in 3D: pianificazione di abbigliamento, viaggio e occorrente per qualsiasi possibile emergenza dei piccoli. E poi giorni e giorni di raccomandazioni per la cerimonia e la cena elegante che fortunatamente hanno avuto buon esito: bambini silenziosi in chiesa, composti a tavola, educati nel rispondere e nel mascherare la noia.
Un’ordinaria mezza giornata
La sveglia alla solita ora.
La colazione con Papà in 3D e poi il latte per i due maschietti.
La biancheria asciutta da piegare e la prima lavatrice della giornata da far partire.
Un bacio al Papà che esce, un’occhiata al computer appena acceso.
Poi i vestiti per tutti, i letti rifatti e il biberon per la Piccolina mentre mi preparo anch’io.
Sulla porta, al volo: gli occhiali al Bimbo Grandicello, la borsa, il passeggino, il telefono, la nota della spesa preparata ieri sera, le chiavi… e usciamo.
Mostruosamente Blog
Qualche settimana fa, il Bimbo Grande:
“Ah, Mamma, Papà, la maestra ci ha detto il titolo del libro per le vacanze. Si chiama Blog.”
Mamma e Papà in 3D si guardano tra il perplesso e l’imbarazzato.
Ecco, vedi, questa storia dei blog, anche se ne parliamo in codice, ormai salta fuori un po’ troppo spesso.
Ci ha beccati.
Figurati se il libro si intitola così. Avrà capito male.
Solo che vuol dire che ‘sta parola ce l’ha in testa. Chissà cosa andrà in giro a dire…
Dicesi formicolio
Il mio Bimbo Grandicello, lasciato forse po’ troppo a lungo in bagno coi piedini penzoloni da me in altre faccende affaccendata, riprende l’uso delle gambe addormentate e, per di più febbricitante, si lamenta:
“Uffa, c’ho i piedi pesantissimi!” percorrendo il corridoio con passi accentuati.
“Pesantissimi? Dai, su vieni qua.”
“Sì, mi fanno fastidio…”
“Ma come?”
“… me li sento come se sotto avessi tantissime briciole di pane!”
Non avevo mai pensato al formicolio in questi termini, ma hai proprio reso l’idea.
“Vedrai che adesso passa, Amore mio.”
Ora che la scuola finisce
L’argomento era da settimane sulla bocca delle mamme fuori dalla scuola e anche fra le blogger serpeggiava qua e là: le lezioni stanno per finire, tre mesi di vacanza sono lunghi, lo spettro della noia incombe, la solitudine mattutina delle mamme è agli sgoccioli… e via a enumerare e valutare tutti i possibili centri estivi: quello comunale nella scuola oppure all’oratorio ma anche nel museo, nel centro sportivo, nel laboratorio artistico, musicale o linguistico…
“E tu, Mamma in 3D, cosa fai? Dove hai iscritto il tuo Bimbo Grande?”
Due anni fa – 7 giugno
Ore 8.30. Dopo una lunga notte insonne, telefono alla Nonna in 3D:
“Ciao Mamma. Scusami, ma avrei bisogno che portassi tu all’asilo il Bimbo Grande. Sai, credo di essermi presa la gastroenterite dai bambini e così non ho chiuso occhio tutta notte. Sono stata malissimo. Adesso va meglio, ma vorrei dormire un po’, perché sono stanca e ho una contrazione dietro l’altra. Magari potresti tenermi per qualche ora anche il Bimbo Grandicello.”
Ore 9.30. In una casa insolitamente vuota e silenziosa mi metto a letto.
Di dormire però non c’è verso. La Piccolina si agita, le contrazioni non cessano.
Mi alzo, cammino.
Poi la sento: la prima pugnalata nella schiena… e la riconosco subito. Certe cose non si dimenticano.
Mi risuonano ancora nelle orecchie le parole di ieri, vedo il promemoria sull’agenda.
Mi scappa un sorriso. No che non la faccio la telefonata per il monitoraggio: non so quanto ci vorrà, ma non ci arriviamo a termine questa volta!