Da qualche giorno ho fra le mani il mio primo iPhone, un oggetto del desiderio che, devo dire, avevo sottovalutato finché non ho cominciato a scoprirne le potenzialità in prima persona.
Una spolverata all’autostima
La cartella bordeaux con cui andavo a lavorare, svuotata di tutto il materiale raccolto con pazienza, è finita da anni su uno scaffale alto per lasciar spazio agli zaini di scuola dei bambini.
La calcolatrice scientifica ora trova posto in cucina dove mi torna utile per le somme delle spese a fine mese, per calcolare la percentuale di liquidi necessari perché il pane lieviti correttamente a seconda della forza della farina utilizzata o per dosare i farmaci in proporzione al peso dei figli.
Le conoscenze di meccanica ed elettromagnetismo mi soccorrono per rispondere alle domande più disparate dei bambini e quelle di termodinamica mi fanno compagnia ai fornelli davanti a pentole in ebollizione.
Tinte forti
Basta rispondere al telefono, basta aprire la porta, basta tendere una mano.
Capita che la realtà vera irrompa prepotentemente nella quiete della quotidianità e porti con sé le emozioni forti, i dubbi, le molteplici sfaccettature e l’imprevedibilità delle storie complicate, dei conflitti, delle esistenze burrascose.
Mostruosamente Blog
Qualche settimana fa, il Bimbo Grande:
“Ah, Mamma, Papà, la maestra ci ha detto il titolo del libro per le vacanze. Si chiama Blog.”
Mamma e Papà in 3D si guardano tra il perplesso e l’imbarazzato.
Ecco, vedi, questa storia dei blog, anche se ne parliamo in codice, ormai salta fuori un po’ troppo spesso.
Ci ha beccati.
Figurati se il libro si intitola così. Avrà capito male.
Solo che vuol dire che ‘sta parola ce l’ha in testa. Chissà cosa andrà in giro a dire…
I primi cento giorni
Cento giorni di blog.
Non che all’inizio avessi un progetto, un programma né un impegno. C’era solo il desiderio di ritagliarmi uno spazio mio, questa quarta dimensione, aspettando di vedere a cosa avrebbe portato.
Quando la moglie diventa blogger
Proprio non sono capace di avere dei segreti con Papà in 3D.
Così il brivido della mia identità sconosciuta nella blogosfera è durato all’incirca mezza giornata: il tempo di scegliere nickname e titolo del blog, e poi già gli ho raccontato tutto e lui, non so bene se divertito o incuriosito, non mi sembra infastidito nè critico, mi ha fatto persino da consulente d’immagine nella personalizzazione del template, destreggiandosi con pazienza fra impercettibili variazioni di toni di viola, di caratteri, stili e dimensioni.