Eccolo qui questo gennaio delle iscrizioni scolastiche. E adesso tocca pensarci davvero che anche la Piccolina a settembre inizierà la scuola e che il Grande farà il salto verso le medie: due prime classi, belle pesanti.
Sono quelle cose che sai, che ti aspetti, che senti di dover vivere anche come delle conquiste, ma che comunque sembrano sempre arrivare troppo in fretta.
Te lo aspetti ma non sei pronta
Sentimenti e #ScuolaItaliana
Ci sono momenti, nella quotidianità frenetica e quasi sempre ripetitiva, in cui ti soffermi su una frase o una situazione e ti rendi conto che il tempo passa, che le cose cambiano e che i tuoi figli crescono davvero.
Basta soltanto prestare un po’ d’attenzione in più quando il tuo primogenito ti dice “Mamma, qual era la tua materia preferita? La MIA è storia!”, oppure quando senti lui e suo fratello che con naturalezza si raccontano aneddoti di mitologia greca…
E allora ti accorgi che certe cose non gliele hai insegnate tu, che certe passioni saranno le loro e che qualcun altro le sta accendendo e nutrendo.
Solo chiamate d’emergenza, please
Lo ammetto, io sono messa così e così, dopo un mese di inserimento all’asilo della Piccolina di casa, dopo una lenta rieducazione alla solitudine attraverso la graduale copertura di distanze sempre maggiori ma con un orecchio sempre teso verso il cellulare, soprattutto dopo gli ultimi giorni in cui il distacco avviene tra pianti strappacuore, in cui solo con la razionalità riesco a impormi di voltarmi e andarmene, ripetendomi per tutta la mattina “è per il suo bene, è solo per il suo bene” e liberandomi da quel groppo in gola solo all’uscita, quando la ritrovo allegra e sorridente e le maestre mi dicono che è stata sempre tranquilla…
Pensieri intorno alla piscina
Si avvicina l’inizio del corso di nuoto.
Penso a me, al caldo soffocante, all’odore di cloro e di spogliatoio maschile, alla noia del tempo trascorso davanti alla vetrata in vista della vasca, in compagnia di nonne critiche verso tutto, di mamme che non conosco ancora e di chiacchiere superficiali e fitte che annullano la possibilità di immergermi nella lettura del mio libro.
Penso che da quest’anno saranno due i bambini da svestire e rivestire, sciacquare e asciugare, ascoltare e incoraggiare nella fretta di scappare da quella sauna affollata e inospitale.
Zainetto in spalla
Due anni fa, il mio Bimbo Grande affrontava la sua prima gita scolastica di un’intera giornata. Dovendo essere all’asilo più presto del solito, era stato accompagnato dal Papà, mentre io rimanevo a casa col fratellino.
Qualche minuto dopo averlo salutato, ho sentito un gran vociare giù in strada, sono uscita sul balcone e ho scoperto che i pullman erano fermi proprio sotto casa mia: ho visto un brulichio di bambini eccitati che salivano guidati dalle maestre, qualche mamma ferma sul marciapiede a salutare ed io, complici gli ormoni impazziti delle ultime settimane della terza gravidanza, mi sono ritrovata al quinto piano a piangere come una bambina nel sentire i motori avviarsi e nel seguire con lo sguardo i pullman allontanarsi verso la cascina appena fuori Milano.
Oggi, alla fine del primo anno di scuola, il mio Bimbo Grande si è svegliato all’alba: grande avventura con viaggio in treno, zaino in spalla e camminata in montagna, con pranzo in rifugio di dovere.