Primogenitura

Sabato mattina. Dopo qualche ora di gioco, il pavimento di Casa in 3D è il consueto campo di battaglia.

Mamma in 3D, che ancora non si è stancata di parlare al vento, lancia la solita ottimistica richiesta:

“Bambini, mettete a posto. Ché la Mamma deve passare l’aspirapolvere”.

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Pensieri intorno alla piscina

Si avvicina l’inizio del corso di nuoto.

Penso a me, al caldo soffocante, all’odore di cloro e di spogliatoio maschile, alla noia del tempo trascorso davanti alla vetrata in vista della vasca, in compagnia di nonne critiche verso tutto, di mamme che non conosco ancora e di chiacchiere superficiali e fitte che annullano la possibilità di immergermi nella lettura del mio libro.

Penso che da quest’anno saranno due i bambini da svestire e rivestire, sciacquare e asciugare, ascoltare e incoraggiare nella fretta di scappare da quella sauna affollata e inospitale.

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Ritorno all’asilo

Il primo giorno di asilo quest’anno mi si presentava con il sapore rassicurante del ritorno in un luogo noto, che mi ha vista mamma emozionata alla prima esperienza, poi appesantita dalla terza pancia che mi ha fatto compagnia per il secondo anno, quindi trafelata e sempre carica di bambini da accompagnare e tenere in braccio o per mano, ma sempre serena per quella bella sensazione di lasciare prima il Bimbo Grande e poi il Bimbo Grandicello nelle mani di due educatrici professionalmente ed umanamente eccezionali, alle quali ormai per il quinto anno affido ogni mattina i miei figli senza quasi nemmeno percepire il distacco, tanta è la fiducia.

Ieri mattina, però, l’arrivo alla spicciolata dei più di 200 bambini tra scuola dell’infanzia e sezione primavera, cresciuti, abbronzati e un po’ straniti dalle lunghe vacanze, è stato accolto da un atrio stranamente silenzioso, dallo sguardo quasi stralunato delle maestre, dall’atteggiamento disorientato delle commesse.

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Giovani promesse

Ieri mattina, durante il loro bagno in compagnia di Papà in 3D e di due Amici Grandi, i miei due figli maggiori si sono avventurati fino alla boa.
Il Bimbo Grandicello sorretto dai suoi braccioli di Saetta McQueen, il Bimbo Grande senza nessun aiuto oltre a qualche decisivo intervento della mano amorevole del Papà, in un turbinio scomposto di braccia e gambe, non senza annaspare, hanno raggiunto con soddisfazione il galleggiante e sono poi tornati trionfanti a riva.

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Il linguaggio segreto dei neonati

Linguaggio_segreto_neonati_HoggQualche giorno fa, in libreria, ho incontrato una Giovane Mamma che aveva l’aria di essere abbastanza provata. L’ho sentita chiedere Il metodo EASY di Tracy Hogg e, vedendo che la commessa scuoteva la testa di fronte allo schermo del computer, mi sono permessa di intromettermi: EASY è il nome del metodo illustrato da Tracy Hogg con Melinda Blau nel libro “Il linguaggio segreto dei neonati”, che tra l’altro avevo proprio notato in bella vista sullo scaffale dedicato alla puericultura.

La Giovane Mamma, ringraziandomi, mi ha chiesto speranzosa: senti, ma questo metodo funziona?

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Quale modello femminile?

I miei due figli maschi sono da sempre abituati ad essere pettinati piuttosto sommariamente con le mani.
Anche la Piccolina, per ora, ha una testa di riccioli che disciplino col balsamo e districo con le dita.

Così, quando ieri sera il Bimbo Grandicello ha visto Papà in 3D mentre si pettinava dopo la doccia, gli ha chiesto stupito:

“Ehi, Papà, ma non sei una femmina! Perché usi la spazzola?”

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