Quest’estate, avevo creduto di vedere un accenno di sospetto negli occhi del Bimbo Grande in occasione di qualche sua domanda su Babbo Natale.
Otto anni: mi sembrava naturale che si avvicinasse il momento della verità e così gli ho dato risposte vaghe, senza più invenzioni fantasiose, insistendo soprattutto sull’importanza del rispetto per l’attesa dei fratellini ancora piccoli. Ho temporeggiato, ma mi aspettavo che prima di Natale avremmo affrontato il discorso esplicitamente, ero pronta.
Babbo Natale esiste ancora
Istantanee di fine inverno
Mi piace vedere il sole, finalmente, che richiama i germogli sulle piante del nostro balcone.
Mi piace persino mettermi a lavare finestre e davanzali per far entrare la luce nella casa che si risveglia dall’inverno.
Mi piace rivedere le tre teste dei miei bambini, senza i berretti di lana, coi capelli che si accendono di riflessi ramati.
Cinque anni
Cinque anni da quell’assolato pomeriggio invernale in cui, insieme alla luce che dalla finestra invadeva la sala parto, coi tuoi quattro chili mi hai sorpresa e travolta, fugando ogni tacito dubbio che, di nuovo, potessi vedere qualcosa di così bello e provare, ancora, un amore così forte, una felicità così intensa.
In giro per il mondo
A Casa in 3D risuona una voce femminile squillante, con una pronuncia particolare, che, accompagnata da una musica incalzante, vagamente ansiogena, declama nomi di località geografiche.
Mistero presto risolto: la mattina di Natale, sotto l’albero, abbiamo trovato anche questo:
Ancora sa sorprendermi
La saggezza popolare sconsiglia ai coniugi di piombare inaspettatamente a casa per non trovarsi di fronte a spiacevoli sorprese.
Invece ieri Papà in 3D ha potuto prendere un’insperata giornata di ferie in più, ha sostituito il suo biglietto ferroviario su Internet ed è arrivato qui al mare con un giorno di anticipo, abbreviando di ben ventiquattr’ore la mia solitudine materna.
Il disgelo
L’altra sera Milano era ricoperta da una coltre bianca, che ammantava tutto col suo fascino e a fatica attutiva le imprecazioni ed i clacson di chi, incurante di tutti gli appelli ad evitare l’uso dell’automobile, paralizzava completamente la città.