La prima macchina del pane è entrata in casa nostra nove anni fa: con il Grandicello appena nato e il Grande che non andava ancora all’asilo, ero in un periodo della vita in cui, in pieno inverno, mi sembrava più complicato uscire tutti i giorni per raggiungere il fornaio piuttosto che fare il pane in casa. Molto casalinga e molto massaia-madre-di-maschi-da-sfamare-a-suon-di-carboidrati-fino-alla-maggiore-età, ero dell’umore giusto per imparare a preparare qualcosa di nuovo e scaldare il focolare domestico con il profumo fragrante del pane in cottura.
È stato amore a prima vista e, da allora, a Milano non ho più comprato il pane in panetteria: fare il pane in casa con la macchina del pane è economico, di soddisfazione e, soprattutto, comodo.
La macchina del pane può servire anche a preparare impasti lievitati da cuocere in forno per sbizzarrirsi con focacce, pizze, grissini e panini, ma è il pane in cassetta che esce dai programmi automatici a farci compagnia in tavola tutti i giorni, il pane morbido con tanta mollica che piace ai bambini, talmente abituati ormai a farine integrali, semi e frutta secca che mi dicono stupiti: “sai, mamma? a scuola il pane è bianco”.
Ed è questa la ricetta che voglio condividere oggi, quella del “mio” pane, la ricetta provata e riprovata, adattata con qualche modifica ai tempi e alle temperature della macchina nuova, perché ogni modello è diverso dall’altro e ci vuole un po’ di tempo per imparare ad andare d’accordo, la ricetta semplice che ormai riesce anche a occhi chiusi e che, con la programmazione del timer, mi assicura pane fresco all’ora di cena anche dopo essere stata fuori tutto il giorno, oppure alla mattina dei giorni festivi o delle giornate d’emergenza in cui c’è sciopero della mensa scolastica e serve il pranzo al sacco.