Non puoi raccontare proprio tutto tutto alla tua cara amica seduta sul divano mentre si accarezza la grande pancia, si confida e ti fa domande, perché assolutamente non vuoi essere una di quelle che spiattellano per filo e per segno i particolari più truculenti del loro parto a chi non c’è ancora passata, e nemmeno entrare nel novero delle noiosissime mamme-io facevo così-il mio bambino di qui, il mio bambino di là, perché sai che in fondo certe emozioni, finché non le si prova, non le si può nemmeno immaginare e perché pensi anche che sia giusto lasciare qualcosa alla sorpresa…
Istantanee di fine inverno
Mi piace vedere il sole, finalmente, che richiama i germogli sulle piante del nostro balcone.
Mi piace persino mettermi a lavare finestre e davanzali per far entrare la luce nella casa che si risveglia dall’inverno.
Mi piace rivedere le tre teste dei miei bambini, senza i berretti di lana, coi capelli che si accendono di riflessi ramati.
Il richiamo della palla (ehm, cubo)
Il venerdì pomeriggio piovoso e casalingo volgeva faticosamente al termine. Le pizze a lievitare, mi sono distratta al computer.
Dal momento che a Casa in 3D ormai da tempo sono stati banditi gli oggetti di forma sferica, i due fratelli si sono come di consueto organizzati prendendo a calci un cubo di pezza tra il corridoio e l’ingresso.
Ancora sa sorprendermi
La saggezza popolare sconsiglia ai coniugi di piombare inaspettatamente a casa per non trovarsi di fronte a spiacevoli sorprese.
Invece ieri Papà in 3D ha potuto prendere un’insperata giornata di ferie in più, ha sostituito il suo biglietto ferroviario su Internet ed è arrivato qui al mare con un giorno di anticipo, abbreviando di ben ventiquattr’ore la mia solitudine materna.
Lasciatemi la sorpresa
L’anno scorso, con largo anticipo, Papà in 3D si è fatto accompagnare dai due maschietti in una gioielleria del centro per scegliere insieme a loro il mio regalo di Natale da parte dei bambini. I tre uomini si sono fatti mostrare un buon numero di collane in argento e i due fratelli hanno a lungo dibattuto fra loro per arrivare ad una scelta: pare che il Bimbo Grande abbia piuttosto rapidamente riconosciuto con entusiasmo l’oggetto adatto al gusto della Mamma, mentre il Bimbo Grandicello si è mostrato più esigente e, solo dopo un attento studio dei gioielli debitamente presentati e lucidati, si è lasciato persuadere.
Una spolverata all’autostima
La cartella bordeaux con cui andavo a lavorare, svuotata di tutto il materiale raccolto con pazienza, è finita da anni su uno scaffale alto per lasciar spazio agli zaini di scuola dei bambini.
La calcolatrice scientifica ora trova posto in cucina dove mi torna utile per le somme delle spese a fine mese, per calcolare la percentuale di liquidi necessari perché il pane lieviti correttamente a seconda della forza della farina utilizzata o per dosare i farmaci in proporzione al peso dei figli.
Le conoscenze di meccanica ed elettromagnetismo mi soccorrono per rispondere alle domande più disparate dei bambini e quelle di termodinamica mi fanno compagnia ai fornelli davanti a pentole in ebollizione.