Nel primo pomeriggio in casa dell’estate, abbiamo visto in dvd “Qualcosa di straordinario”, della Universal Pictures.
Le difettose – Volere un figlio a tutti i costi può dare dipendenza?
Ho letto “Le difettose” di Eleonora Mazzoni, Einaudi.
Di storie come quella di Carla, storia di infertilità, di “fecondazioni artificiali fallite, aborti naturali riusciti, più una serie di micro sconfitte mensili”, ne ho sentite raccontare tante e forse tante altre ne avrei ascoltate se talvolta non avessi deciso di rinunciare ad una telefonata, ad una domanda in più, quando, negli anni in cui per me si succedevano pancioni, parti e allattamenti, con qualche amica mi è capitato di avere pudore a mostrare la mia felicità, di scegliere di farmi da parte aspettando le confidenze con discrezione, rendendomi conto che anche un mio banale “e tu come stai?” spesso rischiasse di suonare come un indelicato “e tu? figli niente?”, come se la mia immagine di maternità appagata, involontariamente sfacciata, potesse far bruciare ancor di più una ferita già tanto dolorosa.
Prima di avere figli, già quando ero molto giovane, in me qualche volta si è affacciata la domanda: “e se succedesse a me? se non riuscissi a rimanere incinta, cosa farei? fin dove avrei il coraggio di tentare? dove deciderei di fermarmi?”, perché, conoscendomi, mi ha sempre spaventata l’idea che una serie di illusioni, fallimenti e frustrazioni potessero farmi entrare in un circolo vizioso di ostinazione e pensieri ossessivi, insinuarsi nell’intimità della nostra coppia, togliere spazio ad ogni altra occasione di felicità.
Tutto d’un fiato come una ragazzina: Kahuna
Ho letto “Kahuna alla scoperta della Terra Cava e delle tavolette rongo rongo” di Francesca Gallo.
Mi piace rispondere alle numerose domande dei miei bambini senza reticenze, cercando di usare un linguaggio adatto a loro, ma con sincerità e sperando di gettare le basi per quello che studieranno e avranno voglia di approfondire. Così, più presto di quanto immaginassi, mi sono trovata ad attingere alle mie conoscenze di fisica per spiegare alcuni fenomeni naturali e ai miei ricordi di liceo classico per soddisfare la loro curiosità su personaggi mitologici e racconti di cosmogonia, provando spesso a sottolineare come alcuni quesiti fondamentali e simili tentativi di risposta siano comuni a varie culture in diverse parti del mondo.
Per ragazzi e non solo: Amelia e Zio Gatto
Ho letto “Amelia e Zio Gatto. Indagine alla PMI” di Anna Lo Piano, illustrato da Chiara Nocentini.
Si riconosce che è un libro per ragazzi perché è stampato con caratteri di facile lettura, perché le illustrazioni di Chiara Nocentini sono un privilegio riservato ai più piccoli, perché luoghi e persone hanno nomi esilaranti ed estremamente espressivi e perché alcuni dei protagonisti sono animali, anzi, a dire il vero, il personaggio più serio è un gatto con addosso un gilè.
Per il resto, questo è un libro che ha tanto da dire anche agli adulti, perché è un libro sugli adulti, il cui mondo viene descritto senza risparmiare i tic e le manie dei vari tipi umani, con l’acume a cui Anna Lo Piano ci ha abituati nel suo blog.
Il linguaggio segreto dei neonati
Qualche giorno fa, in libreria, ho incontrato una Giovane Mamma che aveva l’aria di essere abbastanza provata. L’ho sentita chiedere Il metodo EASY di Tracy Hogg e, vedendo che la commessa scuoteva la testa di fronte allo schermo del computer, mi sono permessa di intromettermi: EASY è il nome del metodo illustrato da Tracy Hogg con Melinda Blau nel libro “Il linguaggio segreto dei neonati”, che tra l’altro avevo proprio notato in bella vista sullo scaffale dedicato alla puericultura.
La Giovane Mamma, ringraziandomi, mi ha chiesto speranzosa: senti, ma questo metodo funziona?