Si chiama espansore rapido del palato. È un apparecchietto fisso, con una vite da far ruotare inserendo una chiavetta in un minuscolo foro ogni due giorni, ed è rapido davvero: in due mesi il nostro Bimbo Grande, senza grossi disagi, sembra aver risolto una malocclusione piuttosto marcata e, con qualche altro mese di mantenimento, sarà libero e ancor più bello di prima.
Cinque anni
Cinque anni da quell’assolato pomeriggio invernale in cui, insieme alla luce che dalla finestra invadeva la sala parto, coi tuoi quattro chili mi hai sorpresa e travolta, fugando ogni tacito dubbio che, di nuovo, potessi vedere qualcosa di così bello e provare, ancora, un amore così forte, una felicità così intensa.
Pensieri intorno alla piscina
Si avvicina l’inizio del corso di nuoto.
Penso a me, al caldo soffocante, all’odore di cloro e di spogliatoio maschile, alla noia del tempo trascorso davanti alla vetrata in vista della vasca, in compagnia di nonne critiche verso tutto, di mamme che non conosco ancora e di chiacchiere superficiali e fitte che annullano la possibilità di immergermi nella lettura del mio libro.
Penso che da quest’anno saranno due i bambini da svestire e rivestire, sciacquare e asciugare, ascoltare e incoraggiare nella fretta di scappare da quella sauna affollata e inospitale.
Timidi slanci
Ho lasciato Milano con una Piccolina che, alle festicciole, non si allontanava dalle mie gambe e per lo più pretendeva di essere tenuta in braccio, e che, anche ai giardinetti, non chiedeva di meglio che aggirarsi fra i giochi e gli altri bambini senza mai lasciare la mia mano.
Siamo arrivati al mare a fine giugno con una Piccolina che si rifiutava di appoggiare i piedi sulla sabbia, che guardava con diffidenza ai vicini d’ombrellone e che nessuno di noi si sognava di poter vedere fare un bagno entro la fine dell’estate.
Due cavalieri e una cimpipessa
Maschietto o femminuccia, per noi non importava. Però, ad essere del tutto sinceri, una persona in famiglia che aveva espresso un chiaro desiderio c’era stata: il nostro Bimbo Grande, quando ancora la terza gravidanza era solo un’idea, aveva affermato, manifestando un istinto da antropologo: “Io vorrei una sorellina. Scusate, di fratellino ne ho già uno!”
Lo stesso Bimbo Grande, mesi dopo, durante un momento di coccole fra noi due con in mezzo il pancione e la sorellina scalciante, mi ha chiesto, serio serio: “Ma si sa già se la Piccolina nascerà con la coda, o le trecce… o il cerchietto?”
Poi la Piccolina è nata e, come nel frattempo avevo cercato di spiegare all’ingenuo fratello, l’acconciatura lasciava un po’ a desiderare, però è arrivato l’altro, il Bimbo Grandicello, a cogliere l’evidente novità e a domandare, incredulo di fronte al primo cambio di pannolino: “Ehi, ma il pisillino dov’è?!”
Così la salutare scoperta delle differenze anatomiche è venuta da sé.
Ma non basta: i due universi si studiano e, incuriositi, si osservano.
Prova schiacciante
Teddy è un coniglietto variopinto, decisamente naif, con un soffietto all’interno che lo fa suonare e, alla maniera assolutamente imprevedibile dei bambini, la Piccolina lo ha eletto suo compagno di giochi preferito.
Non è il pupazzo della nanna, ma è il suo primo pensiero appena si sveglia: lo tiene in braccio, gli accarezza il nasino, lo riempie di bacini, gli tira le orecchie, lo strapazza e lo coccola.